«Perdere la vista devastante ma anche una rinascita». Tapia: l’obiettivo è arrivare, sempre

l’intervista. L’arrivo a Bergamo, l’incidente e la perdita della vista. Oney Tapia racconta la sua rinascita, grazie allo sport ma non solo: anche il ballo ci ha messo lo zampino.

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Cubano ma oramai bergamasco tanto che i due accenti si fondono e amalgamano molto bene. E poi un sorriso che Oney Tapia non perde mai: quando racconta di «Ballando con le stelle», quando parla dell’oro che c’è stato e di quello che vorrebbe tanto che arrivasse. L’atleta amatissimo e conosciutissimo grazie anche alla trasmissione vinta sulla Rai si racconta con esuberanza e grande sincerità: «L’oro è stata un’emozione fortissima, stravolgente, unica da vivere e da trasmettere, da condividere».

Tapia si definisce un «atleta a cui piace la fatica». Certo il lancio del disco e il getto del peso non sono uno scherzo e lo hanno portato diverse volte sul podio nonostante le difficoltà: «Sono arrivato a Bergamo nel 2003 grazie allo sport: giocavo a baseball nel Veronese, poi sono arrivato a Treviglio con il rugby e poi è successa quella che io chiamo la ”mia benedizione”». Un incidente sul lavoro: «Un tronco mi ha colpito in volto: ho perso la vista, è stato un impatto devastante ma dove quella pianta è caduta, lì è stata seminata una piantina».

Poi c’è anche il capitolo ballo: «Certo che noi di Cuba balliamo sala e merengue, ma tutto il resto è faticoso anche per noi» ride. Però ha vinto: «Ha vinto la voglia di mettersi in discussione, di mettersi in gioco, di esprimere le grandi potenzialità». Stati d’animo che Tapia ha anche quando si allena: «Il mio futuro? Ogni volta che lo guardo cambia: mi alleno ogni giorno, le prossime gare importanti sono vicine e preparo me stesso, perché le gare sono lì, ma sono io quello che deve essere pronto. L’obiettivo? Arrivare, sempre».

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