Il cuore impavido di Sofia, esempio per i più giovani

Sofia Goggia non la fermi neanche con le cannonate. La campionessa bergamasca, se potesse, gareggerebbe anche con le stampelle. È il cuore impavido dello sci azzurro e l’ha dimostrato anche ieri: poteva prendersi una pausa di sicurezza e leccarsi le «ferite» della caduta del giorno prima durante la libera ad Altenmarkt-Zauchensee (per fortuna ne è uscita solo ammaccata, ma che paura), invece no: eccola al cancelletto del supergigante austriaco a caccia di punti preziosi per la classifica di specialità e per quella generale di Coppa del Mondo, in cui è in corsa sebbene con meno chance rispetto alla statunitense Mikaela Shiffrin e alla slovacca Petra Vlhova che la precedono nella massima graduatoria del circo bianco. Sofia ha chiuso diciannovesima, sciando sulle uova perché la botta rimediata in discesa evidentemente si è fatta sentire, ma il segnale mandato alle avversarie è comunque significativo: venderà cara la pelle pur di restare in lizza.

Uno spirito guerriero che ne fa non solo la portabandiera azzurra alle imminenti Olimpiadi invernali di Pechino (4-20 febbraio), ma una vera leader della nazionale italiana, che conterà su una significativa rappresentanza bergamasca, considerando tutte le discipline ammesse ai Giochi.

Manca ancora l’ufficialità di tutte le convocazioni, ma ad oggi possiamo già schierare diverse certezze. Oltre a Goggia nello sci alpino, partiranno per la Cina Michela Moioli e Sofia Belingheri nello snowboardcross, Nicole Della Monica e Rebecca Ghilardi nel pattinaggio artistico. E sono ancora in predicato di ricevere una chiamata Filippo della Vite nello sci alpino, Martina Bellini nel fondo ed Edoardo Zorzi nello skicross. Con eventuali sorprese dietro l’angolo, non si sa mai. A Pechino Bergamo non sarà rappresentata soltanto da atleti, ma anche da tecnici e skiman. A conferma che la montagna è sempre casa nostra e gli sci club orobici hanno lavorato bene. E – Giochi a parte – continuano a farlo anche in questi tempi bui di pandemia.

Con la neve ci sappiamo fare: l’indomita Goggia ce lo ricorda ad ogni gara e così facendo è una formidabile trascinatrice del movimento, un esempio per tante ragazze e tanti ragazzi. Allora te lo diciamo in bergamasco: braa, Sofia.

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