Ora la Coppa Italia
il trofeo possibile
del nostro Liverpool

«Ormai il Milan è la succursale dell’Atalanta». Il grido di dolore dei tifosi rossoneri circola sul web da qualche giorno, da quando il prestito di Caldara al club nerazzurro è diventato certezza.

Quel «succursale» fa effetto perché dice di una percezione di sudditanza, certifica nel sentire comune quel ribaltamento dei ruoli che di fatto è maturato dal decennio scorso. L’Atalanta ormai si comporta da big e qualche ex big (fosse anche una condizione temporanea) ora è costretta a inseguire: è pure il caso del Napoli. Parlano i risultati e parla la classifica di Serie A (per non dire della Champions). Il pareggio – stretto – a San Siro con l’Inter (ex) capolista chiude il cerchio di un girone di andata straordinario. L’Inter ovviamente non è il Milan di oggi (che comunque guadagnerà posizioni con i gol di Ibra) e ha pur sempre 11 punti più dell’Atalanta e numeri da scudetto, se scorriamo tutte le caselle della sua graduatoria.

Però averlo messo alle corde per tutto il secondo tempo di sabato sera ha mostrato al mondo che l’Atalanta ormai più che stupire fa paura, perché è squadra capace di una continuità disarmante e non di exploit estemporanei. Tradotto: gioca da grande club, pur non avendo bilanci metropolitani. Il Liverpool d’Italia – il paragone è di Arrigo Sacchi, che definisce i nerazzurri bergamaschi come il team più europeo del nostro Paese – avrebbe potuto stendere l’Inter all’ultimo round, dopo averla messa alle corde. Non è successo perché Conte – checché si lamenti che gli mancano i ricambi – ha le armi per comandare: una di queste è il portiere, Handanovic, uno dei migliori del campionato e quello che nella storia della Serie A ha parato più rigori, 24 (come lui solo Gianluca Pagliuca, che giocò tra gli anni 80 e il 2007). Sabato ha respinto il penalty di Muriel, specialista quasi infallibile. Aver mancato una vittoria che avrebbe meritato (e sull’1-1 pesa il rigore non dato nel primo tempo) non ridimensiona la corsa di una lanciatissima Atalanta e Muriel stesso potrebbe rifarsi prestissimo contro la sua ex squadra, la Fiorentina, che mercoledì i nerazzurri affronteranno a Firenze nella gara secca degli ottavi di Coppa Italia, il trofeo possibile. Il pronostico è tutto dalla parte bergamasca, anche in questo caso impensabile pochi anni fa.

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