Settimana storica
E un fenomeno sociale

La settimana più importante della storia atalantina (ma quanto lo furono anche i giorni che precedettero la semifinale con il Malines in Coppa delle Coppe nel 1988) ha già detto molto prima ancora di cominciare. E non solo per l’attesa di eventi calcistici che potrebbero illuminare a giorno la storia del club e dei suoi tifosi (la conquista della Coppa Italia mercoledì e un passo decisivo a Torino in casa della Juve, domenica prossima, per un posto nella Champions League 2019/20), ma per quel fenomeno sociale, enorme, che sta rappresentando a Bergamo l’era gasperiniana, ora al culmine, con le sue ricadute nel quotidiano dei bergamaschi (e non solo).

Nessuno – neppure chi non segue le vicende nerazzurre – può dire di non sapere quel che sta succedendo. Nessuno ignora. Al lavoro, a scuola, nelle case, sui social, non si parla d’altro. E non si contano ferie, permessi, «giustifiche» già pronte per le assenze che si registreranno mercoledì all’insegna del «Tutti a Roma». Chiedete a qualsiasi insegnante cosa hanno in testa tanti alunni in queste ore: idealmente l’unica mitologia che stanno studiando per filo e per segno è quella della «Dea», come la chiamano i tifosi.

L’attaccamento dei bergamaschi all’Atalanta è universalmente noto: qualcosa di non comune, che in questi anni si è dilatato per motivazioni e conseguenti emozioni. A ben vedere, è una realtà che va oltre la passione sportiva e il campanilismo. L’Atalanta, cresciuta sotto le cure del presidente Antonio Percassi (complice quel formidabile braccio operativo che si è rivelato il figlio Luca) e dell’allenatore Gian Piero Gasperini – e intesa a tutto tondo: squadra, vivaio, staff, dirigenti, organizzazione e progetti – è in carne e ossa un modello che funziona, vince e produce orgoglio e felicità per i suoi sostenitori, ampiamente ripagati dai risultati. In un’epoca in cui la parola crisi è pane quotidiano, in un’epoca segnata dall’incertezza di politica e sviluppo, dalla paura per il futuro, la grande Atalanta di oggi è persino un messaggio di speranza. Il suo popolo sa e tocca con mano che almeno qui non si vende fumo e, anzi, ritrova valori forti (non solo soddisfazioni), che in altri ambiti vacillano. Il mondo se ne sta accorgendo e monta la curiosità per il fenomeno Atalanta.

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