Addio a Rosa, una vita a raccontare il pallone

IL LUTTO. Si è spento a 85 anni lo storico collaboratore de «L’Eco di Bergamo», esperto di calcio provinciale.

Saranno celebrati giovedì 5 giugno alle 16 nella parrocchia di Loreto dal parroco don Giovanni Lombarda i funerali di Luigi Rosa, 85 anni, deceduto lunedì nella sua abitazione, per oltre 50 anni collaboratore de L’Eco di Bergamo per cui ha seguito principalmente le vicende del calcio provinciale. Luigi aveva lavorato ininterrottamente per 35 anni nello storico negozio «Ferramenta Mazzoleni» di via XX Settembre. A stretto contatto con la clientela, ne era subito diventato un punto di riferimento in virtù dell’acquisita esperienza del materiale in vendita in aggiunta alla sua umanità e disponibilità. Rosa, da appassionato e conoscitore come pochi di calcio, aveva ben presto allargato amicizie e conoscenze collaborando intensamente nella redazione sportiva de L’Eco di Bergamo nelle vesti di cronista delle partite dei campionati dilettantistici orobici.

Gli esordi come collaboratore L’Eco

L’esordio in un Travagliato-Dalmine del 1966, da allora ha seguito un’infinità di partite, spaziando talvolta anche ad altri sport. I suoi resoconti, specie nelle edizioni del quotidiano del lunedì, brillavano per competenza, obiettività e per spunti tecnico-tattici. Ricorda con commozione Nado Bonaldi, decano degli allenatori di calcio bergamasco: «Trascorrevo ore con Luigi sui vari temi calcistici. Quando allenavo alla Trevigliese in Serie D lo ospitavamo sovente nelle trasferte in pullman. Ricordo la sua l’umanità, la serietà e l’affidabilità».

Grande tifoso dell’Atalanta

Contemporaneamente seguiva da gran tifoso quale era le vicende della squadra atalantina. Era orgoglioso di evidenziare che il 2 giugno 1963, quando aveva 23 anni, era sugli spalti dello stadio San Siro in occasione della conquista, della Coppa Italia da parte dell’Atalanta. Smessi i panni di giornalista e fino a qualche mese fa, prima dell’aggravarsi della malattia, era solito uscire di casa e come prima tappa, in sella all’insostituibile bicicletta, si recava nella sede de L’Eco per ritirare l’ imperdibile giornale. Dopodiché la scappatina sul Sentierone per parlare principalmente sulle vicende atalantine.

La passione per il calcio dal papà

La particolare attrazione per lo sport l’aveva ereditata dal papà Domenico, autorevole arbitro di calcio degli anni cinquanta-sessanta nonché apprezzato dirigente del Centro Sportivo Italiano di Bergamo. Rosa ha dato prova di eccezionale reattività e tenacia dall’istante in cui venne a conoscenza della malattia gradualmente invalidante. In altre parole, pur non poco sofferente non aveva mai perso né in dinamicità né in dialogo con chiunque. Lascia nel dolore la moglie Piera e le figlie Sabrina e Rossana.

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