Europa League, un trionfo ora scolpito nel marmo - Foto e video della serata

LA FESTA. Inaugurata sotto la Sud la riproduzione della coppa vinta in Irlanda voluta dai tifosi. Folla alla mostra delle maglie storiche, tanti ex. La gioia dei Percassi e il messaggio del Gasp.

«Dedicata a chi l’ha sempre sognata e non ha potuto viverla». Nella frase incisa sul basamento in cemento armato che regge i due metri e mezzo di coppa in marmo bianco c’è tutto. Un sogno che nel maggio di un anno fa a Dublino è diventato un’incredibile realtà, ma anche una tappa del lungo cammino dell’Atalanta: 118 anni festeggiati venerdì 17 ottobre e passati da qualche tempo in qua nei più prestigiosi stadi europei, ma in passato anche in campi di provincia poco famosi e altrettanto ospitali.

L’inaugurazione della statua

Da Sant’Angelo Lodigiano all’Europa League passando per Rho, San Benedetto del Tronto, Fermo ed Anfield. Un cammino di pura passione dove bisognava fermare in qualche modo l’attimo finora più importante, la coppa che ha fatto impazzire una provincia intera. Quella riproduzione in marmo (realizzata da Nicola Trapattoni, il basamento è di Cristoforo Giorgi, entrambi hanno ricevuto da capita n de Roon, una maglietta ufficiale personalizzata) che da ieri sera campeggia fuori dalla Sud, strategicamente nella parte più lontana dal settore ospiti, è stata voluta e tenacemente inseguita euro su euro dai gruppi ultrà nerazzurri di ambo le curve. Serviva un segno che desse una forma compiuta e stabile (e pure perenne) a un sogno, è arrivato. E anche questa è un’altra pagina di una storia lunga 118 anni, gli ultimi particolarmente ricchi di soddisfazioni, va detto.

Sullo schermo scorrono le immagini della cavalcata vittoriosa nell’Europa League 2023-24, dal Raków al Bayer Leverkusen, dal debutto vittorioso a Bergamo al trionfo in Irlanda. Un goal dietro l’altro, ma da Anfield in poi i livelli d’attenzione e di esultanza cominciano a salire, fino al climax di Lookman uno, due e tre. Il finale è già scritto e arcinoto, ma molti hanno ancora gli occhi lucidi sopra sorrisi da parte a parte.

I grandi ex

Sono passati 513 giorni da quella vittoria e 118 anni dalla nascita dell’Atalanta «ma noi siamo parte di una storia che continua» ricorda Gianpaolo Bellini, amatissima bandiera nerazzurra, nel suo saluto alla folla. Forse il più applaudito di una lista di ex invitati per l’occasione che va dalla A di «Lele» Andena (mitico difensore dell’Atalanta degli spareggi del 1977) alla V di Claudio Vertova.

Pat Romano, presentatore della serata con la regia di Daniele Belotti, li fa sfilare uno a uno dal balcone delle curva Sud davanti a migliaia di tifosi che riempiono piazzale Goisis tra bandiere, ettolitri di birra e salamelle in quantità industriale. Non è ancora la «Festa della Dea» ma un gran bel momento. Ci sono pezzi di storia come Moro (Adelio), Pacione, Bonacina, Carrera, Finardi, Foscarini, Gentile, Magnocavallo, Magrin, Messina, Migliaccio, Pelizzoli, Snidaro, Rivalta, Ariatti, Frezzolini, Tissone e mister Colantuono. C’è anche Caldara che il primo pezzo di strada di questa Atalanta vincente lo aveva percorso, salvo poi imboccare altre strade. Non fortunate.

La festa per il 118esimo compleanno dell’Atalanta

Venerdì 17 ottobre la tradizionale festa fuori dallo stadio. Quest’anno anche lo svelamento della statua dedicata all’Europa League.

Afb

Lo spettacolo della mostra

C’è anche Caniggia, collegato a distanza dall’Argentina, accolto dal coro su misura coniato dopo Italia ’90 e alla mostra organizzata sotto la Sud si vedono anche Donadoni e Tiribocchi. Ma soprattutto si vede una coda infinita e ordinata di gente che non si vuole perdere l’autentico spettacolo di 421 maglie originali dell’Atalanta di tutti i tempi in un’esposizione organizzata da 10 collezionisti e tifosi. Un viaggio incredibile dalla numero 4 con la coccarda della Coppa Italia indossata da Veneri a quelle ipertecniche dei giorni nostri che ogni tifoso percorre con la propria velocità frutto dei personali ricordi. I meno giovani si inchiodano letteralmente davanti a quelle tra gli anni ’70 e ’80 e pazienza se ricordano anche periodi difficili di B e soprattutto la stagione in C1, in 118 anni di storia e passione è normale che ci siano anche momenti così, compensati comunque da quella Europa League che per una sera lascia Zingonia per farsi rimirare dal popolo nerazzurro. Che dopo l’inagurazione del monumento alla coppa si rimette pazientemente in fila per entrare alla mostra.

«Una serata fantastica, con una mostra fantastica:tenere così una maglia dell’Atalanta vuol dire rispettare la nostra storia»

È una serata di popolo che si apre con Beppe Manzi e Andrea Zambelli, registi di «Atalanta. Una vita da dea» e «A guardia di una fede»: sullo schermo scorrono le immagini di Claudio «Bocia» Galimberti, applauditissimo. Poi tocca ai giocatori, Djimsiti, Kolasinac, Pasalic, Rossi e de Roon, a mister Juric - «Grazie per l’appoggio, forza...» - e all’ad Luca Percassi: «Una serata fantastica, con una mostra fantastica: tenere così una maglia dell’Atalanta vuol dire rispettare la nostra storia».

Il saluto di Gasperini

Storia che negli ultimi anni ha avuto anche il nome di Gian Piero Gasperini, ora alla Roma, che invia un videomessaggio: «La vittoria dell’Europa League è stato il culmine di un percorso fantastico che abbiamo corso tutti quanti insieme. Qualcuno mi rimprovera di non avere salutato, ma le parole potevano essere anche frutto di interpretazioni sbagliate e polemiche. Ho preferito che fosse il tempo e le azioni a dire quanto l’affetto tra noi rimarrà indelebile». La piazza prima parte fredda, poi si scioglie in un coro per il Gasp, seguito per par condicio da uno contro la Roma.

Gasperini il messaggio completo alla festa dei 118 anni dell’Atalanta. Video di Roberto Vitali

La sintesi la tira il presidente Antonio Percassi: «La forza dell’Atalanta è una tifoseria straordinaria, è un aspetto indispensabile» dice prima di andare a inaugurare il monumento accompagnato da tifosi, giocatori, dirigenti e dalla sindaca Elena Carnevali, mentre il cielo si colora del rosso dei fumogeni, le bandiere sventolano e si alzano i cori del popolo nerazzurro. Sempre e per sempre.

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