I nerazzurri e la Champions
Agnelli ci ricasca: è business

Il presidente Eca: «L’Atalanta è nell’élite continentale senza avere una storia europea. È giusto?». Gori: «È lo sport».

«Ho grande rispetto per quello che sta facendo l’Atalanta, ma senza una storia europea e grazie ad una grande prestazione sportiva l’anno scorso ha avuto accesso diretto alla massima competizione europea per club. È giusto o no? Poi penso alla Roma, che ha contribuito negli ultimi anni a mantenere il ranking dell’Italia, ha avuto una brutta stagione ed è fuori. Questo significa passività finanziaria. Si tratta di proteggere gli investimenti, i costi. Tutti investiamo e abbiamo conseguenze a lungo termine per i nostri investimenti». Firmato Andrea Agnelli.

Sì, il presidente della Juve ci è ricascato. Ieri a Londra, durante il «Business of football summit» organizzato dal Financial Times, al quale ha partecipato come presidente dell’Eca (l’associazione dei grandi club europei di calcio), Agnelli ha rilanciato la battaglia che ha già perso con Fifa, Uefa e singole Leghe del calcio europeo.

« È discutibile che semplicemente perché ti siedi in un grande paese, hai accesso diretto alle competizioni - ha detto Agnelli -. Il quarto posto in Italia vale più della vittoria di un altro campionato europeo in termini di accesso alla Champions. È giusto?».

Le reazioni ieri a Bergamo - e in tutta l’Italia che non sta con le tre-quattro big - sono state tra il feroce e il furibondo. L’Atalanta ha scelto di non commentare, sa che la battaglia di Agnelli non è nuova ma è già stata persa a tutti i livelli. Almeno per un po’ di tempo.

Tra le repliche ufficiali c’è quella del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che nel pomeriggio ha dichiarato: «Rispetto Andrea Agnelli, ma proprio non sono d’accordo con lui e con la sua visione del calcio. All’élite dei ricchi e famosi preferisco di gran lunga l’esito del campo e il merito di chi, pur rappresentando “solo” una città di provincia, l’Europa se l’è guadagnata con sudore e fantasia. Si chiama sport».

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