«La bandiera cucita da mia madre rispolverata dopo tanti anni» - Il video

DOPO IL NOSTRO VIDEO. Quella dell’Atalanta è una storia bergamasca. Una storia condivisa, certo, ma ogni tifoso la custodisce a modo suo. È una storia i cui capitoli sono un po’ dappertutto: nelle sciarpe al collo quando fa freddo, nei cimeli sparsi tra vetrine dei negozi e banconi dei bar.

È scritta sui muri, come in quel portachiavi appeso allo zaino di una ragazza che va a scuola o nell’adesivo attaccato sul motorino del suo fidanzato. A volte è semplicemente in un garage, come ci ha raccontato Odilia. Si è riconosciuta nei video dei festeggiamenti in centro città per la conquista della finale di Coppa Italia e ha scritto a L’Eco di Bergamo parole davvero emozionanti: «Ci tenevo a ringraziarvi per aver pubblicato anche momenti in cui, con i miei figli Riccardo e Fabrizio, sventolo la nostra bandiera. Mi sono emozionata molto, perché quella bandiera è stata cucita nel 2006 da mia madre, Giuseppina, che ora è ospite di una Rsa. L’ho rispolverata per l’occasione, veder apprezzato il suo lavoro mi ha commosso».

«A 51 anni sono tornata ragazzina, ho rivissuto le emozioni delle notti europee ai tempi di Mondonico, con Sporting Lisbona e Malines. Ma questa volta con i miei figli»

La storia della bandiera

Chiacchierando ripercorriamo la storia di questa bandiera, che è poi la storia di una famiglia bergamasca, con l’Atalanta nel sangue: «Ho iniziato ad andare allo stadio con mio padre, Adriano, quando avevo 10 anni, è stato lui a trasmettermi questa passione e io ho fatto lo stesso con i miei figli. Contro la Fiorentina abbiamo dovuto seguire la sfida da casa e al fischio finale non abbiamo avuto dubbi: “Dobbiamo festeggiare”. Nel garage abbiamo ritrovato quella bandiera, da troppo tempo impolverata, e l’abbiamo portata con noi, come fosse parte della famiglia».

Anni che passano, tradizioni che restano. Come l’Atalanta, punto fermo nel passaggio del testimone tra generazioni di bergamaschi. Ancora di più nelle serate magiche delle ultime settimane: «A 51 anni sono tornata ragazzina, ho rivissuto le emozioni delle notti europee ai tempi di Mondonico, con Sporting Lisbona e Malines. Ma questa volta con i miei figli».

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