Savoldelli appende la tavola al chiodo. «Scarica, non potevo più continuare»

SNOWBOARD. La 22enne abbandona l’agonismo: «Non c’erano le condizioni per andare avanti. Riparto dagli studi in Scienze Motorie. Comunque lo snow è una passione, lo vivrò come tale».

Marika Savoldelli saluta l’agonismo. «Ma non lo snowboard», si affretta a precisare. Perché a 22 anni non si può accantonare l’amore per la tavola. Che ora si coniugherà in altro modo, ma non sarà mai sopito.

Resta sempre e comunque l’amaro in bocca nel vedere un altro (l’ennesimo) prospetto che sceglie una decisa virata del proprio percorso sportivo e di vita. Talvolta per mancanza di stimoli, altre per scelte quasi «indotte», altre volte per circostanze di causa maggiore. Per la «figlia d’arte», papà Paolo ha vinto due Giri d’Italia di ciclismo nel 2002 e nel 2005, la sensazione è che sia un po’ la miscela di tutti questi elementi. Ma una decisione non improvvisa, che parte da un momento ben preciso: «A metà stagione - ammette - ho capito, dentro di me, che non c’erano più le condizioni per proseguire. Mentalmente ero già scarica. Dunque inutile trascinare un discorso che non avrebbe avuto un futuro. Riparto da me stessa, dalle mie passioni e dalla voglia di costruire un percorso veramente mio».

Gli inizi

Il suo percorso è iniziato nello Scalve Boarder Team - come quello di Michela Moioli e Sofia Belingheri -, con il primo podio (secondo posto) ottenuto in una competizione Fis il 13 marzo 2019 alle spalle di Sofia Groblechner, coetanea che è appena passata nella squadra A di Coppa del Mondo. L’ultimo, invece, è stato il bronzo che si è messa al collo all’Universiade di Bardonecchia il 14 gennaio scorso.

«Non c’erano più le condizioni per proseguire. Mentalmente ero già scarica. Dunque inutile trascinare un discorso che non avrebbe avuto un futuro. Riparto da me stessa, dalle mie passioni e dalla voglia di costruire un percorso veramente mio».

In mezzo, un titolo italiano nel 2022, altre sei vittorie e due podi in Coppa Europa (seconda a Passo San Pellegrino il 15 febbraio 2023 e terza a Lenk, in Svizzera, il 22 marzo 2024).

«L’estate scorsa, anche per mantenermi, ho lavorato come barista e poi in un negozio a Clusone dedicando la parte restante della mia giornata agli allenamenti. Rimpianti? Non aver cominciato prima, magari dal freestyle»

«Non far parte di un gruppo sportivo - ammette Marika - complica maledettamente i piani per un’atleta. L’estate scorsa, anche per mantenermi, ho lavorato come barista e poi in un negozio a Clusone dedicando la parte restante della mia giornata agli allenamenti. Rimpianti? Non aver cominciato prima, magari dal freestyle».

«Lo sport è una valvola di sfogo troppo importante. La bici è un’altra parte di me e ora sto veramente bene. Perché faccio ciò che mi piace, scandisco i miei ritmi e sono felice. E con lo snowboard è giusto che sia andata così: proseguire un altro anno non avrebbe cambiato le cose. A tutti i livelli».

La vita di oggi

E ora proprio il freestyle farà parte del «secondo tempo» di Savoldelli: «Ho ripreso in mano con decisione gli studi di Scienze Motorie - evidenzia - e sto per cominciare il corso maestri (per una durata di 90 giorni complessivi, ndr), proprio dal modulo freestyle perciò sia con tavola hard che soft. Non lascerò mai lo snowboard, è la mia passione. Ora la vedrò come tale e mi piacerebbe, un giorno, insegnare ai più piccoli. Ma garantendo loro una preparazione completa, che parta dal discorso fisico e da una formazione a 360 gradi».

E lo «stacco», fase sempre delicata da gestire, è stato assorbito così: «I primi tempi - osserva - sono stati tosti. Una volta preso il ritmo però mi sono calibrata. Lo sport è una valvola di sfogo troppo importante. La bici è un’altra parte di me e ora sto veramente bene. Perché faccio ciò che mi piace, scandisco i miei ritmi e sono felice. E con lo snowboard è giusto che sia andata così: proseguire un altro anno non avrebbe cambiato le cose. A tutti i livelli».

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