Addio a Giacomo Maffioletti, il «mago» delle bici: ciclismo in lutto

VILLA D’ALME’. Da oltre 50 anni era punto di riferimento per molti ciclisti professionisti e amatori della Valle Brembana.

Si è rapidamente diffusa a Villa d’Almè la notizia della morte di Giacomo Maffioletti, per almeno una cinquantina d’anni punto di riferimento di campioni e appassionati di ciclismo della Valle Brembana e non solo, per via dello storico negozio di biciclette con annessa officina. Si è spento a 72 anni, in seguito a un ictus che l’ha colpito nella notte tra domenica e lunedì. A dare l’allarme era stata la moglie Carla. Immediato l’intervento dell’ambulanza, altrettanto veloci le cure dello staff medico dell’ospedale «Papa Giovanni» di Bergamo, dove è stato ricoverato, ma ogni intervento è stato vano.

Ha cessato di vivere, nel primo pomeriggio di mercoledì, destando sincero rincrescimento nel mondo del ciclismo e tra quanti ebbero modo di conoscerlo e apprezzare per la proprio disponibilità al servizio di affermati corridori quando ancora era curvo sui telai delle biciclette e, cessata l’attività, altrettanto attivo nel sociale mettendosi a disposizione di don Davide Rota, direttore del Patronato San Vincenzo. Giacomo ha portato la propria esperienza e capacità operativa ai tanti ragazzi ospiti del Patronato e desiderosi di approfondire la loro esperienza nel ciclismo. Il là alla «Cicli Maffioletti» va riconosciuto a papà Tarcisio che, nel Dopoguerra, si rimboccò le maniche e si occupò di avviare un’officina per la riparazione di bici. Lo ricordava sempre parlando con amici e appassionati il campione Felice Gimondi: «La mia prima bicicletta me l’ha regalata mio papà, l’abbiamo presa da Maffioletti...».

Ricordi lontani di molti, come i ragazzi che facevano parte del gruppo «Garbelli», la cui sede operativa era al ristorante «Ventolosa», a due passi dalla «Cicli Maffioletti». Un andirivieni di corridori che chiedevano assistenza a Giacomo e al fratello minore Giuseppe, ai quali papà Tarcisio aveva passato il testimone. Attività cessata da una dozzina d’anni senza con questo venire meno a quanti del settore chiedevano collaborazione. Giacomo si è sentito moralmente realizzato nel momento in cui ha potuto essere vicino ai ragazzi del Patronato, anche loro attratti dalla bicicletta. Lascia la moglie Carla, i figli Anna e Fabio, le nipoti Gaia, Sofia, Leila, le sorelle Lucia e Antonia e il fratello Giuseppe. I funerali venerdì alle 15.30 nella chiesa parrocchiale di Villa d’Almè.

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