Aeroporti, Sala su fusione Sea-Sacbo: «Impossibile. Bergamo non vuole»

Il sindaco di Milano ha parlato del progetto di fusione tra le due società che gestiscono gli aeroporti di Malpensa, Linate e Orio, escludendo la possibilità di realizzarlo per la contrarietà di Bergamo. Sanga: «Nessun processo di fusione all’ordine del giorno».

Il sindaco di Milano è poi tornato sul dossier Sea-Sacbo, le due società che gestiscono gli scali di Malpensa, Linate e Orio al Serio. Palazzo Marino detiene il 54,81% delle azioni di Sea che a sua volta possiede la maggioranza relativa di Sacbo.

«Abbiamo provato per anni a fare una fusione con Sacbo che non è mai partita, perché a Bergamo non vogliono perdere il controllo di un asset che controllano interamente», ha spiegato Sala.

«Da un lato li capisco - ha aggiunto -, dall’altro è l’ennesima dimostrazione che è difficile fare operazioni del genere. Con Sacbo basta, non si riesce a fare. Se ci sono altre opzioni, così come ero possibilista con Sacbo, potremmo diluire la nostra quota a patto che abbia un significato industriale. Al momento però non c’è nulla».

La risposta di Sacbo: «Nessun processo di fusione all’ordine del giorno»

Alle parole di Sala è seguita in mattinata la replica del presidente di Sacbo, Giovanni Sanga: «Non c’è in atto nessun percorso di intesa. con Sea c’è una collaborazione: sono soci importanti ma non abbiamo all’ordine del giorno alcun processo di fusione né con Milano né con altre realtà. I bergamaschi sono orgogliosi del loro aeroporto e dell’asset strategico che governano. Del resto lo dice anche Sala: è comprensibile che i bergamaschi agiscano così».

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«Un conto è rendersi disponibili ad una condivisione della governance, un altro è non contare più nulla a seguito della fusione. Se l’accordo Sea-Sacbo non è andato in porto è perché le dimensioni delle due società - quando se ne parlò, negli anni precedenti la pandemia - erano troppo diverse, e non si è riusciti a trovare un equilibrio di governance tale da assicurare una ragionevole rappresentanza agli azionisti di Sacbo. Il tema, con ciò, è tutt’altro che archiviato: da parte bergamasca non vi sono pregiudizi. Ma il patrimonio rappresentato dalla consistenza industriale e dal know-how di Sacbo deve trovare la giusta valorizzazione e adeguate garanzie di investimento per il futuro».

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