Alle Canarie con le ceneri di Gianna
«Bloccate in Spagna, aiutateci a tornare»

Giuliana e Luigina Picchi sono a Fuerteventura da gennaio, il 3 maggio è morta la sorella che era con loro. Non ci sono voli: il loro appello per rientrare in Italia.

Quell’appartamento, a Puerto del Rosario, doveva essere il loro buen retiro. Un punto d’appoggio per quei mesi invernali che lì, a Fuerteventura, complice il sole e le temperature africane, si trascorrono che è un piacere.

Invece il soggiorno alle Canarie per Giuliana Picchi, 76 anni di Vigolo, si è trasformato in una prigione: una prigione che condivide con la sorella Luigina, 83 anni, residente a Pavia, e le ceneri della sorella Gianna, 84 anni, di Pandino, scomparsa tragicamente il 3 maggio proprio sull’isola di Fuerteventura.

Giuliana parte per le Canarie i primi di gennaio: lei e le sue due sorelle - tutte rimaste vedove, tutte originarie di Sale Marasino, sul Sebino bresciano - conoscono bene l’isola, da una decina d’anni la scelgono per «svernare», come si suol dire, nei mesi più freddi dell’inverno italiano. In tasca hanno il biglietto di ritorno, la data prevista è il 17 marzo. Ma fra le sorelle Picchi e il rientro a casa si mette l’emergenza coronavirus. Racconta Giuliana con una chiamata via Whatsapp: «Anche la Spagna è stata duramente colpita e nonostante Fuerteventura sia stata contagiata in minore misura, l’isola ha dovuto sottostare a tutte le restrizioni spagnole. Il nostro volo di rientro, quindi, è stato cancellato. Ma l’idea di trascorrere ancora un po’ di tempo qui, insieme, non ci dispiaceva. Almeno fino a quando eravamo in tre».

Già, in tre: Gianna, la sorella maggiore, muore tragicamente il 3 maggio. A casa, nell’appartamento di Puerto del Rosario, l’ottantaquattrenne di Pandino cade, si accascia e, nonostante l’ambulanza la conduca immediatamente all’ospedale cittadino, per lei non c’è nulla da fare. «Ha avuto un’emorragia cerebrale. Eravamo state fuori a pranzo, il 3 maggio era il secondo giorno di libertà dopo settimane chiuse a casa per il lockdown ed eravamo felici di poter finalmente rimettere fuori il naso, fare passeggiate fino al mare. E invece nostra sorella se n’è andata così. Una tragedia a cui si aggiunge una coincidenza davvero triste: anche mio marito è morto qui, sette anni fa, mentre eravamo in vacanza. Ha avuto un problema all’apparato respiratorio, è rimasto nell’ospedale della città per un mese, ma non ce l’ha fatta». Per la pensionata di Vigolo quella che doveva essere una vacanza al mare si è trasformata in un periodo davvero buio: «Per mia sorella Gianna siamo riuscite a far celebrare una Messa dal parroco del posto, e l’abbiamo potuta seguire via web. Il suo corpo è stato cremato, ora l’urna con le sue ceneri è qui con noi: ma la vogliamo e dobbiamo riportare a casa». Già, casa: Giuliana e Luigina Picchi non sanno quando potranno tornare.

Dopo il primo volo cancellato, a marzo, i loro figli e nipoti hanno provato ad acquistarne altri. Ma sono stati tutti cancellati. Anche l’aiuto del consolato non è stato sufficiente, tanto che le sorelle Picchi hanno girato un appello che nelle scorse ore ha fatto il giro del web: «I voli che ci sono stati suggeriti dal consolato italiano nei giorni scorsi sono tutti pieni. Non si riesce a trovare un solo posto. Ma noi adesso abbiamo bisogno di tornare: non stiamo più bene qui, siamo via dall’Italia da quasi sei mesi e dobbiamo riportare le ceneri di nostra sorella a casa, dai suoi figli e dai suoi cari. Vogliamo che le sia fatto un funerale, che le si possa dare un ultimo saluto. Speriamo che qualcuno raccolga il nostro appello e ci aiuti a tornare».

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