Atb, la corsa semplice verso 1,40 euro. Con l’incubo 1,50

Trasporti Gli annunciati rincari tra l’8 e il 9% porteranno su le tariffe, ma ora si discute sulla loro entità. E non è un dettaglio.

La domanda è una e tutto sommato semplice: quanto? Il trasporto pubblico è atteso ad aumenti dell’8-9% dei biglietti, ma le percentuali dicono tutto e niente: quando si tratta di mettere mano al portafoglio la differenza la fa il valore assoluto del rincaro. Quello del biglietto di corsa semplice (durata 75 minuti) in ambito urbano di Atb potrebbe essere di 10 centesimi, ma anche più. O meglio, passerà sicuramente dagli attuali 1,30 euro (anche in forza del cumulo di ritocchi di minima entità non applicati negli anni scorsi) a 1,40 e non è escluso un doppio salto fino a quota 1,50 che si cercherà di evitare in ogni modo. O forse no. Nell’attesa della delibera d’inquadramento generale della Regione, attesa per il prossimo mese, e anche di notizie sui contributi statali al settore del trasporto pubblico locale che dopo la pandemia vive un (lungo) momento difficile, c’è chi teme che un aumento di 10 centesimi potrebbe non bastare.

Biglietto urbano fermo al 2014

Il costo del biglietto urbano è fermo dal settembre 2014, mentre quelli extraurbani hanno subito successivi ritocchi e, considerando l’esplosione dei costi, il caro carburanti e una generale latente incertezza c’è anche chi preme per un rincaro più consistente, fino alla fatidica quota 1,50. Non solo psicologica di questo tempi. E qui la partita diventa anche politica, perché nel giro del prossimi 2 anni andranno a rinnovo sia la Regione che Palafrizzoni, e nessuno vuole sentirsi attribuire la responsabilità degli aumenti nell’imminenza della propria tornata elettorale. In sintesi, le aziende di trasporto premono per rincari più elevati, le amministrazioni pubbliche frenano e vorrebbero limitarsi al necessario.

C’è poi anche da tenere conto di un mercato che sta cambiando e vede un aumento dei titoli occasionali di viaggio (biglietti, tesserini multicorse) a discapito degli abbonamenti. Nel primo trimestre del 2022 all’appello delle aziende di trasporto manca ancora un 25% di abbonati dell’epoca pre Covid, anche se sembrano esserci segnali di recupero. La ripresa di settembre sarà importante per capire se la tendenza si sarà invertita: nell’attesa di sapere quanto, la sola certezza e che comunque si pagherà di più.

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