Azzano San Paolo, muore dopo una caduta in Trentino. Gli organi l’ultimo dono di Aldo

IL LUTTO. Rossi, 62 anni, si è spento venerdì 24 ottobre a seguito di un incidente con la carrozzina. «Solare e sorridente, pensava agli altri prima che a sè».

«Ci ha stupito anche in questo, fino all’ultimo: mentre noi soffriamo, qualcuno, da qualche parte, ha avuto una buonissima notizia». Sono diventati dono gli organi di Aldo Rossi, 62 anni compiuti da poco. A causare la morte dell’uomo sono state le conseguenze di una caduta avvenuta alla fine di settembre mentre era in montagna a Pinzolo, in Trentino, dove la famiglia ha una casa per le vacanze. «Era lì per trascorrere qualche giorno insieme ai suoi fratelli, una tradizione che portavano avanti ormai da alcuni anni», racconta la moglie Anna.

Quel giorno, il 28 settembre, Aldo Rossi «stava rientrando da un pranzo, era con un amico e con uno dei fratelli». Lungo il percorso il 62enne, affetto da distrofia di Steinert, si muoveva autonomo con la carrozzina elettrica.

Il perno staccato

«Mancava poco ad arrivare a casa. A un tratto, però, un perno nella parte anteriore della carrozzina si è staccato, facendolo cadere a terra». La caduta causa un grave trauma cranico: arrivano i soccorsi, si attiva la corsa in elicottero all’ospedale di Trento, ma l’uomo è purtroppo in una condizione di coma da cui non si riprenderà più. È morto venerdì 24 ottobre all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove era stato trasportato circa due settimane dopo l’accaduto. Era iscritto all’Aido: è stato possibile prelevare e donare alcuni organi. «Ha sempre pensato agli altri ancor prima che a se stesso, ed è stato così fino all’ultimo», lo ricordano i famigliari. Oltre alla moglie, lascia i figli Beatrice e Federico.

Il ricordo

Aldo Rossi viveva ad Azzano San Paolo, ma era originario di Bergamo, dove aveva abitato nel quartiere di Celadina. Aveva sempre lavorato come agente di commercio. Chi lo conosceva bene sorride nel ricordare come fosse una professione praticamente tagliata su misura per lui: «Avrebbe potuto vendere i ghiaccioli agli eschimesi». Ma soprattutto, dicono dalla famiglia, «era socievole, solare, sorrideva sempre, amava stare in mezzo alle persone». Era anche un grande appassionato di sport: aveva giocato a basket, da ragazzo nel Pal Bergamo, poi a golf, e seguiva con passione l’Atalanta.

«Diceva che non gli mancava niente, che era circondato da persone che gli volevano bene. E lo diceva allegro, convinto»

Negli ultimi anni aveva fatto i conti con la malattia e la scorsa primavera anche con un infortunio, ma «non si lamentava mai – aggiunge la moglie –. Non era a uno stadio avanzato, si manteneva autonomo. Abbiamo avuto un’estate bellissima, in montagna e poi al mare».

Lunedì i funerali

Il sorriso di Aldo Rossi e la distanza da qualsiasi lamentela sono tratti evidenziati subito anche dagli amici: «Diceva che non gli mancava niente, che era circondato da persone che gli volevano bene. E lo diceva allegro, convinto, era lui a tirar su gli altri di morale se c’era qualche difficoltà». Una persona «simpatica, andava d’accordo con tutti. In questo mondo dove abbiamo sempre fretta, lui non ti dava mai l’impressione di disturbarlo, amava chiacchierare». E ora di certo in tanti, tra coloro che lo hanno conosciuto, vorranno portargli un ultimo saluto: la camera ardente sarà aperta dal pomeriggio di oggi al «Papa Giovanni». Lunedì 27 ottobre saranno celebrati i funerali, alle 14,30 nella chiesa parrocchiale di Colognola, in città.

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