Benzina alle stelle, stangata da 400 euro in più all’anno per le famiglie

La «verde» è aumentata del 21,4% mentre il diesel segna un incremento del 23,5%. I consumatori: «Il governo tagli l’Iva o le accise». I benzinai: «La categoria è in difficoltà.

«Se non verranno calmierati i prezzi, una famiglia spenderà circa 400 euro in più l’anno solo per i rifornimenti di carburante». Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo, lancia l’allarme e fa notare che «gli aumenti non erano così alti da nove anni». Negli ultimi mesi, infatti, la tendenza dei prezzi dei carburanti è sempre stata in salita. «Solo questo mese – fa sapere Renato Mora, presidente Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti (Figisc) di Ascom Bergamo - la benzina e il gasolio sono aumentati di 10 centesimi: oggi (ieri per chi legge, ndr) il prezzo della benzina al fai da te è di 1.849 euro al litro e a inizio anno era 1.749, mentre il gasolio è passato da 1.599 euro al litro a 1.699. Al servito sia gasolio che benzina hanno raggiunto la soglia dei 2 euro». Allargando lo sguardo, in un anno la verde è aumentata del 21,4%, mentre il diesel segna un +23,5%. «I consumatori sono allarmati - spiega Busi - e sono in aumento i casi di cittadini che non sono più in grado di far fronte agli impegni finanziari che avevano assunto due anni fa perché, oltre ai problemi causati dalla pandemia si sono aggiunti quelli derivanti dal carovita. Ma quello che sarà più drammatico è che questi rincari avranno ulteriori conseguenze, alcune delle quali si stanno già manifestando perché l’aumento dei prezzi alla pompa di benzina non incide solo sul consumatore finale ma anche sul costo dei prodotti al dettaglio, visto che in Italia circa l’85% delle merci viaggia su gomma: per fare un esempio, il pranzo di lavoro in molti ristoranti è passato da 10 a 15 euro, questo vuol dire che aumenteranno anche le prestazioni degli artigiani che sono costretti a spostarsi in continuazione».

«L’aumento del prezzo del carburante – continua Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo – ancora una volta ricade sulle tasche dei consumatori, anche perché si tratta di una spesa non differibile soprattutto per chi va al lavoro in auto e che, tra l’altro, si aggiunge all’aumento delle bollette di luce e gas». Proprio per questo, i rappresentanti delle due associazioni di consumatori chiedono che «il governo intervenga riducendo l’Iva o le accise, alcune delle quali sono davvero anacronistiche, come quelle per il finanziamento della guerra d’Etiopia».

Il rincaro dei prezzi dei carburanti sta creando disagi anche agli stessi gestori dei distributori. «La categoria in questo momento si trova in estrema difficoltà – dice Mora – perché paghiamo di più i carburanti e non possiamo aumentare i prezzi: l’accordo è che la compagnia petrolifera dà un’indicazione con una clausola di massimo prezzo e i gestori possono aumentarlo solo di qualche millesimo al litro. Inoltre, ci troviamo di fronte ad un calo dell’erogato per via degli alti costi del prodotto, abbiamo una diminuzione del margine e ci sono anche gli aumenti dell’energia elettrica che ci penalizzano tanto: da ottobre ad oggi le bollette sono raddoppiate».

Tutte problematiche che incidono sull’attività dei gestori: infatti, se nell’ultimo periodo l’associazione di categoria non ha registrato chiusure di attività, è vero però che ci sono stati numerosi cambi di gestione. «Il gettito Iva che sta arrivando allo Stato dagli aumenti del carburante è enorme – conclude il presidente di Figisc Ascom Bergamo –, e potrebbe essere utilizzato per raffreddare la corsa dei prezzi o per calmierare l’aumento delle bollette energetiche, oppure per andare in aiuto alle aziende di trasporto».

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