Bergamo, due prof contestano il ministero
«Matematica, prova d’esame con errore»


La segnalazione arriva da Giulio Di Stefano, insegnante di Matematica e Fisica al «Valle Seriana» di Gazzaniga, e da Andrea Borella, professore delle stesse materie al Liceo scientifico «Lussana».

Insegnare ai ragazzi a ragionare e capire i problemi, non limitarsi all’applicazione delle sole formule matematiche o fisiche. Dovrebbe essere questo il compito della scuola, ma è difficile spiegarlo agli studenti, quando anche il ministero, chiamato a preparare una prova di matematica e fisica – novità di quest’anno – per la simulazione dell’esame di Stato, cade in errore proponendo un problema senza senso.

La segnalazione arriva, dopo una condivisione e uno scambio di idee con diversi altri colleghi, da Giulio Di Stefano, professore di Matematica e Fisica al «Valle Seriana» di Gazzaniga, e da Andrea Borella, professore delle stesse materie al Liceo scientifico «Lussana». «Dopo un confronto con diversi colleghi – spiega Di Stefano – vorrei segnalare un grave errore concettuale nel tema di matematica e fisica per i Licei scientifici proposto dal ministero nella simulazione di seconda prova d’esame del 28 febbraio scorso». La questione è piuttosto tecnica. «Nel problema 1, punto 3 – spiega –, si legge “supponendo che q(t) rappresenti la carica elettrica che attraversa all’istante t la sezione di un conduttore”: la frase è priva di significato. Le uniche interpretazioni sensate sono: q(t) è una corrente istantanea oppure q(t) è la carica totale relativa a un intervallo di tempo; ciò trova conferma nelle soluzioni pubblicate su internet dalla Zanichelli e dalla De Agostini. L’errore potrebbe dipendere da superficialità nella formulazione, comunque grave in una prova nazionale, ma il modo in cui è posto il problema, la successione delle richieste e la scelta delle lettere q (minuscola) e Q (maiuscola) inducono a pensare che si tratti di confusione concettuale, cioè che esista una funzione q(t), carica istantanea intermedia tra la corrente e la carica totale Q, che derivata sia uguale alla corrente e integrata sia uguale alla carica. Tale funzione non esiste, le uniche grandezze fisiche sono la corrente e la carica Q».

In altre parole, come spiega Andrea Borella, «nel problema si fa riferimento a una grandezza fisica che non esiste in natura: una quantità di carica che dovrebbe attraversare una sezione di un filo in un istante dato. Questa grandezza sembrerebbe essere un mix tra altre due che, invece, effettivamente esistono, la quantità di carica e l’intensità di corrente: in effetti io posso immaginare una quantità di carica che attraversa un filo in un certo lasso di tempo e posso calcolare anche l’intensità che però varia istante per istante». Ma non si può pensare a qualcosa che sia un ibrido tra le due. «Evidentemente – aggiunge – c’è una confusione sui concetti di base e sulle grandezze fisiche. La gravità dell’errore nasce dal fatto che spesso i ragazzi imparano a memoria le formule e le usano a prescindere dal significato. Noi invece cerchiamo di spingerli a ragionare, a capire quello che fanno. A saper applicare la formula, ma anche a comprenderne il concetto. Il ministero in quel problema fa proprio l’errore che noi docenti cerchiamo di non far fare mai ai ragazzi». Una situazione che non è passata inosservata nella comunità scientifica, «ma che è stata motivata – conclude Borella – come un’imprecisione linguistica. Noi invece siamo convinti si tratti di un errore sostanziale e grave. Una leggerezza probabilmente che può capitare, ma in questo tipo di prove dovrebbe esserci chi produce il quesito e chi lo controlla. La nostra sensazione è che sia proprio mancata la parte di controllo».

Al di là della formulazione del problema d’esame in sé, il problema riguarda quindi una precisa concezione della materia. «Sembra quasi che la fisica – conclude Di Stefano – venga considerata solo come un susseguirsi di formule e di meccanismi che, una volta introiettati, possono permettere a tutti di lavorare su questi temi. Non è così. Insieme alle formule, è altrettanto importante capire le richieste, ragionare, sviluppare le idee e l’approccio critico ai testi. È quello che cerchiamo di fare con gli studenti ogni giorno a scuola, sia con la fisica sia con una formazione culturale generale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA