Bergamo Jazz, a settembre il festival
torna al teatro Donizetti - Il programma

La 42 a edizione sarà in programma dal 16 al 19 settembre. Artisti internazionali nella sede storica e in altre location. Spazio ai giovani.

La nuova direttrice artistica, Maria Pia De Vito, quarta nella serie delle direzioni affidate ad artisti di chiara fama, prima donna dopo il pianista Uri Caine e i trombettisti Paolo Fresu, Enrico Rava e Dave Douglas, aveva messo sul tavolo le proprie carte allestendo per la primavera 2020 uno dei migliori programmi di Bergamo jazz. Ora, dopo una stagione di sofferti annullamenti e ripetute false partenze, il jazz torna a prendere posto stabilmente nel Teatro Donizetti restaurato.

Si comincia con Kurt Elling

Lo fa nonostante le limitazioni che l’emergenza sanitaria infligge non solo ai posti resi disponibili ma anche alla contrazione dell’offerta artistica. In ogni caso Maria Pia De Vito può calare un sicuro asso, Kurt Elling, cantante e da venticinque anni stella del jazz mondiale, testa di serie del cartellone che terrà banco dal 16 al 19 settembre.

Il vocalist statunitense, che rassicurerà i cultori del jazz senza se e senza ma, si esibirà nella prima delle abituali tre serate in teatro. Performance che portano peraltro lo stigma della pandemia: esecuzioni con inizio alle ore 19 e un unico spettacolo per data. A far da controcanto a Elling, accompagnato dal trio del chitarrista Charlie Hunter, la sera successiva sarà in scena Dave Douglas che cede il testimone della direzione a De Vito. Una scelta in continuità con quella che è diventata la tradizione, un po’ autocelebrativa, degli omaggi incrociati tra ex direttori. Al fianco dell’impareggiabile e prolificissimo trombettista di Montclair sarà Franco D’Andrea, straordinario pianista italiano, che nel 2021 ha compiuto 80 anni. Domenica 19 salirà sul palco il trio di Tigran Hamasyan, pianista di origine armena che ha incantato la platea riunita nel 2015 nella Basilica di Santa Maria Maggiore dal festival Contaminazioni contemporanee con una musica dalle polimorfe radici e intelligenze.

Sinergia con Brescia

L’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti nel corso della conferenza stampa di presentazione che ieri mattina si è svolta nella nuova e bella sala polifunzionale intitolata a Mirko Tremaglia, ha tenuto a sottolineare «l’importanza di questa manifestazione, la prima a pagare lo scotto nel marzo 2020 dell’ondata pandemica, il primo festival che trova nuovamente casa nel Teatro Donizetti. È per tutti un segno di riapertura e ripartenza, con una manifestazione che dimostra il proprio radicamento con i molti spazi cittadini coinvolti e la capacità di attrarre il tessuto produttivo. In vista del 2023 Bergamo Jazz sarà certo protagonista con il lavoro che so si sta conducendo tra Brescia e Bergamo, dando concretezza a questo gemellaggio con una proposta che vede il coinvolgimento di Tino Tracanna».

Per parte sua Giorgio Berta, presidente della Fondazione Teatro Donizetti, che da alcuni anni cura l’organizzazione del festival, si è detto «molto contento di un programma realizzato in una fase di grave emergenza», ringraziando gli sponsor che hanno contribuito a rendere possibile il cartellone.

Il Teatro Sociale

Quanto al coinvolgimento del territorio, alla triade ospitata sul palco del Donizetti si segnalano i concerti ospitati nel Teatro Sociale, uno spazi d’elezione per «Bergamo jazz». Anticipazione pomeridiana giovedì 16 con il trombettista Luca Aquino e il pianista Giovanni Guidi e coronamento serale con uno dei pianisti europei più acclamanti, il polacco Marcin Wasilewski alla testa del suo trio.

Altro ritorno, graditissimo, quello di Tinissima, quartetto del sassofonista Francesco Bearzatti, che si propone sempre con suggestivi programmi tematici in libero vagabondaggio tra sintassi musicali, visionari e irriverenti. La formazione, che nel 2017 aveva riscosso ampio apprezzamento, torna a Bergamo con un imprevedibile programma dedicato a Zorro. In scena anche l’artista Davide Toffolo, fumettista noto come frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti, band di punta dell’indie nazionale. L’edizione 2021 vara anche un vistoso fuori campo con Gianluigi Trovesi al fianco dei fratelli Ferrari, Andrea e Adalberto, che s’inerpicano per le strade della provincia toccando Ponte Nossa domenica 19.

Dalla Gamec alle «Scintille di jazz»

La sezione «Jazz in Città» del festival propone una performance alla Gamec, con la fantasmagorica chitarra sarda di Paolo Angeli che prende di mira i Radiohead, mentre due sono le proposte all’auditorium di piazza della Libertà: il sassofonista Roberto Ottaviano con il quintetto Eternal Love e il trio Hobby Horse, formazione che incrocia improvvisazione, noise, prog. La firma indelebile della direttrice artistica sigla il concerto riservato alla vocalità femminile che porta «Bergamo jazz» a varcare le soglie della Sala Piatti in Città Alta. Sul palco il progetto Vocione della vocalist Marta Raviglia e del trombonista Tony Cattano cui seguirà il gruppo O-Jana con Alessandra Bossa, pianoforte e synth, e Ludovica Manzo, voce e campionamenti.

«Scintille di jazz», cartellone nel cartellone curato da Tino Tracanna, trova spazio negli after hour del cartellone riservando spesso incontri artistici appaganti proponendo voci «nuove» di una musica jazz in vitale trasformazione. Si ascolteranno la cantante Beatrice Arrigoni, la violinista Anais Drago con un omaggio a Frank Zappa, il gruppo Ja.Ck dell’ottimo trombonista bergamasco Andrea Andreoli, il quartetto della giovanissima batterista, anch’essa bergamasca, Francesca Remigi, l’Oquk-T Collective e l’interessantissimo combo The Dolphians del clarinettista Federico Calcagno. A far da cornice a queste esibizioni, cui non difetteranno certo estro e freschezza inventiva, gli ambienti informali dei locali e dei club.

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