Bergamo, nelle scuole superiori bocciati 6 studenti ogni 100

È questa la percentuale che emerge dall’analisi dei primi tabelloni negli istituti superiori cittadini. Si va dal 3% del Sarpi al 12,20% del Mamoli. La percentuale dei ragazzi rimandati si attesta invece al 23%.

Un ritorno alla normalità, almeno dal punto di vista del tabellone dei voti, che a qualcuno non sarà piaciuto affatto: dopo una «pausa» dovuta al Covid, l’anno scolastico 2020/2021 ha visto il ritorno della bocciatura di fine anno. Nonostante anche l’ultimo anno sia stato tutto all’infuori che normale, con didattica in presenza e a distanza alternate spesso, le indicazioni del Ministero dell’Istruzione alle scuole permettevano la reintroduzione della bocciatura di fine anno, ovviamente tenendo in considerazione la situazione del tutto particolare in cui anche quest’anno docenti e studenti sono stati costretti a operare. Il quadro che viene dipinto (attraverso i dati che alcune scuole della città hanno reso disponibili) racconta di una media del 6,39% di studenti bocciati nelle scuole cittadine, del 23% di ragazzi rimandati (che dovranno cioè seguire i recuperi estivi per poi sostenere un esame all’inizio del prossimo anno scolastico) e del 70,61% di studenti promossi. Ovviamente, tra scuola e scuola ci sono differenze: nei licei, per esempio, il numero di bocciati è storicamente sempre più contenuto rispetto a quanto viene registrato negli istituti professionali. Nel dettaglio, la percentuale di bocciati va dal 3% del liceo classico Sarpi al 12,20% dell’Istituto Mamoli.

«In generale - spiega il dirigente scolastico del liceo Sarpi, Antonio Signori - la percentuale di bocciati al Sarpi non è mai stata altissima e quest’anno si è ulteriormente ridotta: il collegio docenti, per primo, è stato consapevole della situazione un po’ più disagiata che i ragazzi hanno vissuto nel corso dell’anno. D’altra parte quest’anno abbiamo anche rilevato un impegno straordinario da parte degli studenti. Noi abbiamo cercato di seguirli il più possibile, offrendo loro tanti interventi di recupero. Di certo non abbiamo voluto regalare promozioni che si sarebbero poi trasformate in bocciature future, abbiamo cercato di valutare le situazioni in funzione del domani. Ci troviamo comunque in una scuola con un target alto di prestazioni: ogni anno premio i ragazzi che hanno concluso la scuola con una media uguale o superiore all’8 nell’anno precedente e quest’anno ho premiato 200 studenti su 597. Non è strano che i bocciati siano pochi: i ragazzi bravi diventano anche un motore per tutti gli altri, l’ambiente diventa molto stimolante. Ricordiamoci che al Sarpi la manica dei professori non è affatto larga, anzi sono abbastanza severi nelle valutazioni».

Altre scuole con un numero di bocciati molto contenuto sono il liceo scientifico Mascheroni (3,24%) e il liceo scientifico Lussana (4,10%). Ma restano sotto la soglia del 5% anche il liceo linguistico Falcone (4,48%), l’Istituto Leonardo Da Vinci (4,54%) e il liceo Secco Suardo (4,70%). A minime percentuali di bocciati corrispondono anche importanti percentuali di promossi: in questo caso l’Istituto che fa registrare il numero più consistente di ragazzi ammessi all’anno successivo senza debiti è il Mascheroni, con l’80,39% degli studenti. «Questo tipo di risultato - sottolinea il dirigente scolastico, Ugo Punzi - non è una sanatoria di fine anno. Abbiamo lavorato tutto l’anno in maniera seria, abbiamo sempre cercato di monitorare gli esiti dei ragazzi per capire dove potevano esserci le maggiori criticità e come potevamo intervenire. Queste percentuali non sono altro che la sommatoria dei nostri interventi e dell’impegno dei ragazzi». Anche in questo caso, gli istituti che registrano percentuali più alte di promozione sono i licei, con il Falcone al 77,78%, il Sarpi al 76,40% e il Lussana al 75,97%. Per contro, quelli con le percentuali minori sono il liceo artistico Manzù (63,68%) e il Mamoli (64,36%). Infine, le scuole che hanno dato più «seconde possibilità» ai ragazzi, quelle cioè con una percentuale più alta di rimandati: l’Istituto Caniana, con il 29,49% dei rimandati a settembre, il Manzù, con il 28,44% e l’ex agrario Mario Rigoni Stern, con il 26,06%.

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