Bergamo, piazza Angelini libera dalle auto: «Un luogo in più per il passeggio»

L’IDEA. Il Comune sta elaborando una proposta, ma serviranno i fondi per la riqualificazione.

Un passo alla volta, ma si procede. A un anno dall’inaugurazione del parcheggio alla Fara, che ha dato il via alla rivoluzione della sosta in Città Alta, il Comune di Bergamo ha ripreso in mano il tema della liberazione dalle auto di piazze e strade del centro storico, dove ancora oggi è consentita la sosta ai residenti.

Piazza Angelini sotto la lente

La prima in cima ai pensieri della Giunta è piazza Angelini. In queste settimane sono in corso valutazioni approfondite da parte dell’amministrazione comunale per capire quando, e soprattutto come, liberare dalle auto la piazza compresa tra la via Gombito e piazza Mercato delle Scarpe. Nata nella prima metà del Novecento quando fu creato il collegamento diretto tra la stazione della funicolare e piazza Vecchia, da subito piazza Angelini è stata utilizzata come area di parcheggio. Col tempo il permesso di sostare è stato concesso ai soli residenti e ora, dopo aver liberato la Cittadella e aperto il parking Fara, il Comune sta pensando di restituire questo spazio a cittadini e turisti, anche per farne un luogo di attraversamento pedonale alternativo alla via Gombito.

Le criticità da risolvere

Ma non mancano i problemi, e sono principalmente due le questioni spinose da risolvere: da un lato resiste una certa opposizione dei residenti, che si vedrebbero costretti a emigrare in altre zone (peraltro già affollate) di Città Alta o meglio sulle Mura, dove gli stalli sono rimasti in larga parte vuoti dopo il passaggio dalla sosta a pagamento (strisce blu) a quella per i residenti (strisce gialle). Dall’altro lato, l’eliminazione dei 35 posti auto attualmente a disposizione (e occupati a tutte le ore del giorno e della notte) costringerebbe di fatto il Comune a mettere mano a un intervento di riqualificazione della piazza, per cui – manco a dirlo – servono risorse economiche che al momento devono essere ancora reperite.

Leggi l’approfondimento completo su L’Eco di Bergamo di sabato 24 maggio a pagina 15

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