Bullismo, una task force per prevenirlo. Pronto un piano e due progetti

LA NOVITÀ. Regione ha stanziato 325mila euro e Ats ha predisposto un programma coinvolgendo Prefettura e numerosi altri enti. Le iniziative più importanti del Csv e del Consorzio Il Solco.

È un fenomeno che si arricchisce anno dopo anno di molteplici sfaccettature e che si insinua tra le pieghe di una società sempre più fragile. Causa ed effetto di un disagio esploso con la pandemia, il bullismo – oggi sempre più diffuso nella forma digitale del «cyberbullismo» – colpisce in Italia decine di migliaia di ragazzi e non solo. Raccontare in numeri un fenomeno che molto spesso, per vergogna o per timidezza, rimane soffocato nell’intimità di chi lo subisce, non è possibile. Si può, anzi si deve invece provare a contrastarlo, partendo dalla prevenzione e dal sostegno alle vittime e alle loro famiglie. Da qui nasce la sollecitazione della Regione Lombardia alle Ats del territorio a farsi capofila di una task force di enti, associazioni, scuole e istituzioni pubbliche e private capaci di mettersi insieme, con il coordinamento delle prefetture, e di studiare nuovi progetti per il contrasto al bullismo. In provincia di Bergamo, dove sono stati destinati 325.447 euro, sono già stati costituiti due tavoli di lavoro, uno in Prefettura e un altro più tecnico, dove si è cominciato a ragionare sulla stesura di un Piano d’azione (anche attraverso la pubblicazione di un avviso di manifestazione d’interesse) che ha preso forma in primavera grazie a due proposte presentate dal Centro servizi per il volontariato e dal Consorzio Solco Città Aperta, che hanno coinvolto una quarantina di soggetti tra scuole, Asst, associazioni, cooperative, consultori, diocesi, centri di formazione e istituzioni locali, già attivi nelle politiche e nella gestione di interventi di prevenzione del disagio e di promozione del benessere di minori, adolescenti e famiglie.

Il monitoraggio

Il lavoro di monitoraggio effettuato nei primi mesi del 2023 ha fatto emergere 404 iniziative attive sulle tematiche della prevenzione del disagio giovanile. Un patrimonio da preservare e da rafforzare, grazie anche all’intervento di Palazzo Lombardia, che ha destinato questi nuovi fondi alle attività del Piano d’azione che l’Ats ha licenziato nei giorni scorsi e che ora aspetta la validazione finale proprio da parte della Regione. Il Piano d’azione ruoterà di fatto attorno a due grandi progetti, «Tangram» e «Sbullati» che sono stati presentati rispettivamente da Csv e Consorzio Il Solco, partner di Ats e capofila di due cordate di enti del territorio che contribuiranno, ognuno per la propria parte, alla realizzazione delle attività.

I due progetti

I due progetti del valore di circa 150mila euro ciascuno, finanziati dalla Regione costituiscono di fatto il Piano d’azione. Entrambi hanno coinvolto complessivamente una quarantina di soggetti tra enti, associazioni e istituzioni locali, molti dei quali faranno parte di entrambi i percorsi. Ma in concreto, cosa succederà? Il progetto del Consorzio Il Solco, «Sbullati», inizierà a riflettere sul linguaggio: «Ci siamo resi conto che spesso si parla di bullismo a sproposito – spiega Matteo Taramelli, referente del progetto -. Proveremo a costruire un linguaggio comune per descrivere il fenomeno e per riuscire a leggere meglio la realtà. Dopodiché proporremo questi ragionamenti ai tavoli di lavoro che già esistono e che stanno affrontando, in vario modo, la questione». E qui arriva il primo punto di contatto con il progetto del Csv, «Tangram», il cui obiettivo è quello di mettere di nuovo intorno a un tavolo, per provare a organizzarli, tutti gli enti che già si occupano di disagio giovanile. «Abbiamo visto che ci sono tanti progetti, ma una scarsa capacità di raccordo e integrazione – spiega Antonio Porretta, direttore del Csv –. Il nostro punta proprio a ricomporre i pezzi, creando una rete capace di muoversi a livello locale e provinciale». Tradotto: il tema del disagio colpisce la psiche, ma anche l’ambito sanitario, quello delle relazioni e del comportamento ed è importante che tutti coloro che offrono un aiuto alle persone in difficoltà possano parlarsi per indirizzare chi ha bisogno al servizio che meglio risponde alle sue esigenze.

La piattaforma

In parallelo il progetto «Sbullati» metterà a punto alcuni modelli d’intervento e due sperimentazioni, una direttamente sul territorio, «l’altra – annuncia Taramelli – sarà la creazione di una piattaforma informatica, che servirà come luogo d’informazione e di scambio sul tema, sia per addetti ai lavori che per i ragazzi e le loro famiglie, e dove innanzitutto inseriremo i risultati del lavoro sul linguaggio svolto dagli operatori. Se la tecnologia e la normativa sulla privacy ce lo permetteranno, ci piacerebbe creare uno spazio per raccogliere le segnalazioni rispetto agli episodi di bullismo che capitano sul territorio, per poi affrontarle attraverso la rete dei servizi presente sul territorio».

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