Carenza di personale negli uffici giudiziari: «A breve ci saranno nuovi concorsi»

L’ASSEMBLEA. I vertici dell’avvocatura regionale, un’ottantina in rappresentanza dei 30mila iscritti, hanno incontrato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari.

Ridare slancio al sistema-giustizia e sostenere l’avvocatura, per dare risposte a cittadini e imprese. Sono i temi messi al centro della riunione dell’Unione lombarda degli Ordini forensi, che sabato mattina, al Circolino in Città Alta, ha visto i vertici dell’avvocatura regionale – un’ottantina in tutto i partecipanti, tra presidenti e consiglieri degli Ordini, in rappresentanza di 30mila iscritti – incontrare il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari (Lega) per tre ore di assemblea. «Un tema centrale – spiega Giulio Marchesi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Bergamo, che ha promosso la riunione – è quello della carenza di personale negli uffici giudiziari, a Bergamo particolarmente significativa, col rischio di rallentare pesantemente o paralizzare il funzionamento del sistema. Bisogna pensare a una riforma strutturale e a modelli più efficaci, con una vera digitalizzazione». Come sta l’avvocatura? Marchesi rileva «segnali di sofferenza, soprattutto per i giovani: c’è un netto calo dei praticanti e dei redditi, anche perché i cittadini e le imprese hanno sfiducia nella giustizia».

«Per noi – è il commento del sottosegretario Andrea Ostellari – l’avvocatura è una parte fondamentale del sistema giustizia. Una giustizia efficiente pesa quasi due punti di Pil. Il ministero si è attivato in più direzioni: ci sono nuovi concorsi in atto, tra fine 2025 e inizio 2026 saremo in grado di garantire una pianta organica completa per i magistrati e progressivamente anche per il personale amministrativo. Un altro tema fondamentale è la transizione digitale: dobbiamo superare alcuni scogli, ma è il futuro. Prossimamente vorrei tornare a Bergamo per visitare anche il Tribunale e il carcere. È fondamentale lavorare sul reinserimento sociale: il 98% dei detenuti che impara un mestiere poi esce dal circuito criminale, la recidiva diventa bassissima». «Dal sottosegretario – commenta Marchesi – abbiamo trovato un’attenzione importante».

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