Case, su i prezzi in città e nei grandi paesi. Meno compravendite, boom affitti turistici

IL REPORT IMMOBILIARE. Il settore torna a segnare il passo dopo due anni e mezzo da record. Fusini (Ascom): «Momento non semplice».

Crescono i prezzi delle case, sia in città che nei paesi più grandi della provincia, mentre calano le compravendite. Giù anche i prezzi dei negozi (sia in vendita che in affitto), mentre continua a crescere, seppure di poco, il mercato industriale.

La fotografia che scatta il «Listino prezzi immobili» di Fimaa Ascom (la Federazione italiana mediatori agenti d’affari) racconta di un settore, quello immobiliare, che torna a segnare il passo dopo due anni e mezzo da record. Non si fermano i prezzi delle nuove abitazioni, a causa della crescita dei costi di costruzione, mentre si amplia il divario tra gli immobili semi-recenti e quelli più datati e che necessitano di ristrutturazione. La 29ª edizione del listino prende in esame i prezzi medi dei quartieri cittadini attraverso l’elaborazione dei dati raccolti negli ultimi 12 mesi (fino a ottobre 2023). Ebbene, in città il «nuovo» si apprezza dell’1,8% rispetto all’anno scorso, con un picco del 2,4% nei quartieri centralissimi. Si va dai 3.400 euro al metro quadro per un appartamento al quartiere Finardi, fino ai 6.300 per Città Alta o per le abitazioni di pregio, passando per i 5.200 al metro quadro dei Colli e di viale Vittorio Emanuele. In provincia la crescita dei prezzi si ferma all’1,2%, con i paesi più grossi che fanno segnare un aumento medio più sostenuto, pari all’1,6%.

Tutto questo a fronte di un vistoso calo delle compravendite, che le stime di Fimaa posizionano intorno alle 15mila nel 2023, a fronte delle 17.839 dell’anno scorso (di cui 2.266 solo in città). «Il momento non è semplice – ha detto il direttore dell’Ascom, Oscar Fusini –. In Italia mezzo milione di famiglie faticano a pagare la rata del mutuo per via del caro interessi. I prezzi nel 2024 non dovrebbero aumentare, ma non prevediamo neppure una discesa». L’esplosione degli affitti turistici ha sottratto al mercato residenziale tanti appartamenti e fatto schizzare i prezzi delle locazioni. Chi fa più fatica sono le famiglie, che non riescono ad accendere un mutuo e non trovano case in affitto, «ma c’è anche chi è disposto ad investire e ad acquistare immobili nuovi senza indebitarsi», ha fatto osservare Oscar Caironi, presidente di Fimaa Bergamo. Sono però una piccola parte. Calano, e in maniera considerevole, i prezzi delle case da ristrutturare, anche per via della scadenza del Superbonus. «Il 110% ha consentito di fare lavori straordinari anche senza “tesoretti” da parte dei condomini, che dovrebbero invece imparare ad accantonare dei fondi per le manutenzioni – ha detto Renato Guatterini, vicepresidente di Ance Bergamo –. Il mercato del nuovo è premiante, ma anche gli immobili ristrutturati hanno incrementato il loro valore, fino al 30%».

«Monitorare la leva immobiliare è determinante anche per la sostenibilità di commercio e turismo», ha aggiunto Fusini. In questo settore è invece il segno meno a farla da padrone: calano sia i prezzi delle compravendite (-3,3% in città e -4% in provincia) che degli affitti (-4,2% e -4,8%). Numeri negativi anche per gli uffici (-2,8% e -1,5% rispettivamente per compravendite e locazioni in città), mentre la logistica tiene ancora a galla il mercato dei capannoni (+1,2% e +1% per vendite e locazioni).

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