Cesvi, una mostra fotografica per raccontare la guerra in Ucraina - Video

«The Last Drop». Fino al 26 marzo al Chiostro di Santa Marta gli scatti di Fabrizio Spucches: visita gratuita. Si tratta anche della carestia nel Corno d’Africa.

Oltre cinquanta scatti che testimoniano un anno di guerra e crisi globali per far emergere due delle più grandi problematiche sociali dei nostri giorni: il conflitto in Ucraina e la carestia nel Corno d’Africa. Dal palcoscenico di Capitale italiana della Cultura, Bergamo racconta l’emergenza umanitaria innescata dall’invasione russa del 24 febbraio 2022. E lo fa con la mostra fotografica di Fabrizio Spucches per Fondazione Cesvi, curata da Nicolas Ballario e visitabile sino al 26 marzo al Chiostro di Santa Marta, location messa a disposizione da Intesa Sanpaolo. Il titolo dell’esposizione è «The Last Drop», ovvero «L’ultima goccia», quella che fa traboccare un vaso colmo di disperazione e morte, in cui sono racchiuse tragedie contemporanee apparentemente distanti ma strettamente interconnesse. Colpiti da una grave siccità, Kenya, Somalia ed Etiopia sono costretti a dipendere da altri Paesi per l’importazione di materie prime. Soprattutto da Ucraina e Russia, da cui giungevano (fino a un anno fa) enormi quantità di grano.

«The Last Drop» a Bergamo: un anno di guerra e crisi globali in 50 scatti. Video di Yuri Colleoni

«Con questa mostra non si fanno confronti o paragoni ma si trasporta il visitatore in un cortocircuito che sovverte il racconto mediatico», spiega Fabrizio Spucches, fotografo che per Cesvi ha visitato i progetti in Ucraina e nel Corno d’Africa e incontrato le persone aiutate, per fotografare chi è stato colpito direttamente dalla guerra e chi, seppur lontano, è in difficoltà a causa dell’emergenza climatica, della carestia e, indirettamente, anche del conflitto. Nicolas Ballario, curatore dell’esposizione, ha aggiunto che «la mostra ci dice che l’ultima goccia della disperazione africana è una guerra che si combatte dall’altra parte del mondo da un anno». Decine di persone si rendono protagoniste degli scatti di Spucches, vittime di queste tragedie. E nel percorso espositivo trovano spazio anche le valigie di alcuni profughi ucraini.

Gloria Zavatta: «Le emergenze si susseguono nel mondo e Cesvi continua a intervenire per tutelare i più fragili»

«Le emergenze si susseguono nel mondo e Cesvi continua a intervenire per tutelare i più fragili: in Ucraina sin dalle prime fasi del conflitto abbiamo sostenuto i civili (soprattutto donne e bambini) che hanno lasciato il loro Paese, ma anche chi ha deciso di rimanerci, e nel frattempo portiamo avanti oltre 100 progetti in altri 22 Paesi del mondo», ha spiegato Gloria Zavatta, presidente di Cesvi.

«Bergamo è la città simbolo dell’emergenza pandemica e della solidarietà - ha detto il sindaco Giorgio Gori, presente all’inaugurazione con la moglie Cristina Parodi, ambasciatrice Cesvi -. Siamo gemellati con Bucha, località ucraina teatro del massacro russo. E proprio lì, insieme a Cesvi, abbiamo portato sostegno concreto alla popolazione civile colpita dalla guerra, sostenendo anche il progetto di hub riscaldati dove rifugiarsi». «Questa mostra fotografica arriva dritta alla coscienza delle persone, sensibilizzando il pubblico sui temi fondamentali della nostra contemporaneità», il commento di Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura. Gianluigi Venturini, direttore regionale Lombardia Nord di Intesa Sanpaolo, ha ricordato che «insieme a Cesvi abbiamo aiutato la popolazione ucraina, accogliendo a Bergamo i dipendenti di Pravex Bank e le relative famiglie in fuga dalla guerra».

La mostra è a ingresso gratuito, visitabile dal martedì al venerdì (ore 11-15) e pure il sabato e la domenica (10-18).

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