Covid, in un anno 780 morti nella Bergamasca: i dati del 2022

Coronavirus. La diffusione di Omicron alla base del boom dei contagi: 245mila contro i 44mila del 2021. Ma il tasso di letalità è sceso dallo 0,91% allo 0,32%. L’epidemiologo Buzzetti: «Continuare con le vaccinazioni».

È stato l’anno di Omicron e della marea di contagi, ma anche del ritorno alla normalità. La lunga transizione pandemica incide nel 2022 un segno di svolta, senza però il punto finale a una storia iniziata ormai tanto tempo fa. Perché al volgere di anno ci si arriva infatti con nuovi timori, ma anche con rinnovate certezze: l’effetto protettivo dei vaccini permette una convivenza diversa del virus, la letalità si è ridotta di un terzo rispetto al 2021, gli insegnamenti del passato dovrebbero essere stati appresi e messi in campo anche in questa apparente incertezza.

Gli ultimi dodici mesi del Sars-CoV-2 – posto che il coronavirus non segue ovviamente un vero calendario solare, ma viaggia con la ciclicità delle ondate – consegnano numeri ancora importanti, anche a Bergamo. Dall’inizio dell’anno sono stati quasi 245mila i contagi, contro i 44mila del 2021: la differenza l’ha fatta l’avvento di Omicron, la variante comparsa a dicembre del 2021 ed esplosa poco più in là, che solo a gennaio 2022 ha determinato quasi 90mila contagi. I decessi – che comprendono sia le vite effettivamente strappate dal virus, sia le persone che si sono spente per altre patologie ma che avevano un tampone positivo – sono stati 780 in provincia di Bergamo, contro i 402 del 2021.

Ma il tasso di letalità, cioè il numero di decessi in rapporto ai contagi ufficiali, si è ridotta di un altro terzo: è ora allo 0,32%, contro lo 0,91% del 2021, mentre nella prima ondata era attorno al 2%.

Casi meno gravi

Il bilancio dell’anno, ragiona Roberto Buzzetti, già direttore dell’Ufficio epidemiologico dell’Asl di Bergamo, esperto di statistica medica che da inizio pandemia diffonde un accurato report sull’evoluzione del Covid, «è influenzato nei numeri dalla prima gigantesca ondata di Omicron: sulla base delle cifre ufficiali, nel 2022 un italiano su tre ha contratto l’infezione, e si tratta di numeri teoricamente sottostimati, considerando che soprattutto nel periodo recente è aumentato il ricorso al tampone fai-da-te».

A livello nazionale, calcola Buzzetti sulla base dei dati ministeriali, nel 2022 si sono contati 18,7 milioni di casi contro i 3,7 del 2021. «Sul fronte ospedaliero i dati sono però in miglioramento», aggiunge: le giornate di degenza nei reparti ordinari sono scesi dai 3,9 milioni del 2021 ai 3,2 milioni del 2022, e soprattutto gli ingressi in Terapia intensiva – ovvero la bussola per cogliere l’incidenza dei casi più gravi – si sono dimezzati, calando da 31.810 a 15.894. «Da un lato c’è l’effetto protettivo dei vaccini – spiega l’epidemiologo –, e dall’altro che la minor aggressività di Omicron». Sempre a livello nazionale i decessi sono peraltro diminuiti del 25%, scendendo dai 62.932 del 2021 ai 47.240 del 2021. «Sono numeri comunque importanti, che riguardano soprattutto persone fragili», rimarca l’epidemiologo. Dall’altro lato, però, si è ridotto sensibilmente il tasso di letalità: dall’1,7% del 2021 è calato all’attuale 0,3%. «In tutto ciò – aggiunge Buzzetti – va ricordato che il 2022 è stato un anno sostanzialmente senza più restrizioni, e dunque con una vita normale, mentre il 2021 era stato segnato ancora da alcune limitazioni più stringenti, sia per le scuole sia per la vita sociale».

Passato e presente

Lo scenario odierno restituisce un quadro ben diverso, rispetto a come invece si chiuse il 2021: al presente è cioè decisamente più favorevole, al netto dei nuovi timori che spirano da Oriente. Al 29 dicembre, secondo i dati diffusi ieri dal ministero della Salute, l’incidenza del contagio in provincia di Bergamo era pari a 108 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti (-22,98% rispetto al giovedì precedente), mentre il 29 dicembre 2021 l’incidenza era di 757 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti (e segnava una progressione settimanale addirittura del +229%): in altri termini, oggi la circolazione virale è sette volte inferiore a un anno fa (e peraltro in frenata, mentre allora galoppava).

Negli ospedali lombardi, ad esempio, giovedì risultavano 35 pazienti in Terapia intensiva e 1.165 nei reparti ordinari (in calo dell’8,5%), mentre il 29 dicembre 2022 c’erano 191 pazienti in terapia intensiva e 1.831 nei reparti ordinari. Su scala locale, ieri al «Papa Giovanni» si contavano 26 pazienti ordinari e 3 in Terapia intensiva, all’Asst Bergamo Est erano 58 i ricoverati tra le diverse strutture, mentre l’Humanitas Gavazzeni aveva 2 pazienti Covid; sempre un anno fa, viceversa, le strutture ospedaliere bergamasche arrivavano a Capodanno con 150-200 ricoverati. Quanto ai decessi, l’ultima settimana ha visto 17 vittime in Bergamasca e 199 in tutta la Lombardia.

Gli scenari

Ma cosa c’è da aspettarsi, all’imbocco di un nuovo anno che si apre con qualche timore? «Il destino del virus sarebbe quello di diventare endemico e conviverci fino a che diventi come l’influenza – ragiona Buzzetti – .La speranza è che non si sviluppino nuove varianti più aggressive. Quello che possiamo fare è usare il buon senso e la responsabilità. Continuare nelle vaccinazioni, indossare la mascherina nelle situazioni di affollamento. Sono piccoli gesti, ma ancora importanti».

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