Covid, un anno di vaccini: due dosi per il 90% dei bergamaschi over 12 - I dati

Il 27 dicembre 2020 si cominciava a vaccinare contro il virus. Una corsa che, in totale, ha visto oltre 2 milioni di somministrazioni.

Tutto è cominciato con 100 dosi, qui nella terra ferita più di tutte, e oggi, un anno dopo, la moltiplicazione consegna un risultato che racconta attraverso gli «zeri» uno sforzo senza precedenti. Dal 27 dicembre 2020 al 27 dicembre 2021, in mezzo c’è un anno di campagna vaccinale: da quel V-Day da cui tutto cominciò, con 50 iniezioni al «Papa Giovanni» in città e altrettante all’ospedale di Alzano Lombardo, simboli concreti di lotta e speranza, di virus e rinascita, di strada se n’è fatta. E inevitabilmente altra se ne farà, intrecciando certezze e incognite. La solidità intanto è quella dei numeri: la Bergamasca ha abbondantemente superato il traguardo delle due milioni di dosi somministrate e, ancor più nel concreto, è arrivata al 90% di over 12 che hanno concluso il ciclo vaccinale primario.

Le tappe

Il nastro si riavvolge al punto di partenza del contropiede al virus. La speranza del vaccino ha le fattezze di due piccoli pacchi che vengono recapitati – con elevatissime misure di sicurezza – nella tarda mattinata di un anno fa negli ospedali simbolo. Medici, infermieri e sanitari scoprono il braccio per ricevere un vaccino che è anche un po’ un’iniezione di fiducia, dopo ciò che in prima linea hanno visto.

Dai primissimi giorni di gennaio 2021, i numeri si ampliano sempre più: prima il personale sanitario e sociosanitario e gli ospiti delle Rsa, poi gli over 80 (dal 18 febbraio) e via via scendendo verso i più giovani, sino a che la campagna diventa massiva (dal 12 aprile) e raggiunge anche i primi minorenni (dal 2 giugno) e, infine, anche i bambini (il 16 dicembre l’ultima apertura ai piccoli tra i 5 e gli 11 anni). Si affina di giorno in giorno, la campagna, non senza criticità: prima l’approvvigionamento di fiale (dalla primavera si viaggia però lisci), poi le bizze informatiche (decisivo, per risolverle, il passaggio da Aria a Poste). Si aggiungono anche le terze dosi: si parte il 20 settembre dagli immunocompremessi, i più fragili, e di nuovo la platea si allarga per professioni (i sanitari) e scaglioni anagrafici (gli ospiti delle Rsa, gli over 80 e via in replica).

Le cifre

La sintesi è nelle cifre. Il «contatore» di Regione Lombardia aggiornato alla vigilia di Natale segnala in Bergamasca 838.539 cittadini con almeno la prima dose, cioè il 76,26% della popolazione totale. I bergamaschi che hanno già completato il ciclo vaccinale «primario» sono però 882.908 (un dato più alto perché finisce in questa «voce» chi ha ricevuto il monodose di Johnson & Johnson, oltre 30mila bergamaschi, e chi ha concluso il ciclo con una sola iniezione perché già guarito dall’infezione, diverse migliaia di persone): corrispondono all’89,94% della popolazione oltre i 12 anni, e verosimilmente oggi si dovrebbe arrivare esattamente al 90% (ballano pochissime centinaia di persone). Le terze dosi targate Bergamo, sempre secondo i numeri maturati alla vigilia di Natale, sono 328.525. La somma delle iniezioni supera abbondantemente l’asticella dei due milioni; considerando quanto già pianificato, potrebbe superare quota 2,5 milioni entro fine febbraio 2021. È lo sforzo di un sistema ampio: dalla regìa di Regione e Ats al lavoro sul campo di ospedali, erogatori privati, medici di base (in cooperativa e come singoli vaccinatori), Rsa e altre strutture residenziali, farmacie.

Il risultato è racchiuso in un dato più di tutti. Tra il 15 ottobre del 2021 e ieri, cioè da quando è iniziata questa nuova ondata, il virus ha ucciso in Bergamasca 27 persone; tra il 15 ottobre e il 26 dicembre del 2020, invece, il Covid si era portato via 174 vite. I decessi della pandemia, da un’ondata invernale all’altra, una senza lo scudo del vaccino e questa invece con una corazza immunitaria, sono diminuiti dell’84,5%.

Il quadro lombardo

L’Italia corre verso l’ennesima tappa, 110 milioni di somministrazioni totali (entro metà settimana); ieri la Lombardia ha superato la boa delle 19 milioni di iniezioni complessive, di cui oltre 3 milioni di «booster» (traguardo, quest’ultimo, centrato a Natale). Dopo le difficoltà iniziali, la Lombardia è diventata la locomotiva delle vaccinazioni. In regione hanno aderito alla profilassi – secondo un report dell’assessorato al Welfare di ieri sera – 8.485.664 cittadini, e in 8.078.871 hanno completato il ciclo «primario» (prima e seconda dose, o dose unica, pari al 94% della popolazione).

Corre su due binari, oggi, la campagna vaccinale «base»: convincere gli ultimi dubbiosi, e in Lombardia nell’ultima settimana sono arrivate in media 9.336 prenotazioni al giorno per la prima dose (di cui 4.107), e coinvolgere i bambini, con le adesioni lombarde salite a 135.817 (45.053 di questi hanno già ricevuto la prima inoculazione).

L’altro fronte, decisivo nonostante lo scossone di Omicron, è quello della terza dose: la Lombardia ne ha inoculate 3.029.639, in altri termini l’ha ricevuta il 57% di chi oggi ha già superato il ciclo primario da almeno cinque mesi. Ora si correrà ancora più veloci.

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