Covid e scuola, nonostante la Dad
Sono 84 le classi in quarantena

Nell’ultima settimana rilevati 210 casi positivi. Il tracciamento esteso a due settimane comprende anche l’ultimo periodo della scuola «in presenza».

La didattica è a distanza, e a distanza – temporale, s’intende – è pure la quarantena. È il dato che balza all’occhio guardando al nuovo report settimanale del «setting scuola», la linea diagnostica dell’Ats di Bergamo dedicata a studenti, insegnanti, personale non docente. Anche nella settimana tra il 15 e il 21 marzo – la seconda settimana completa in didattica a distanza, che era stata introdotta da venerdì 5 marzo – il numero di classi finite in isolamento è decisamente elevato: sono state ben 84. Certo, è un trend in calo dopo tre settimane su cifre ancor più consistenti (111 classi in quarantena tra 8-14 marzo, 113 tra 1-7 marzo, 119 tra 21-28 febbraio), ma è comunque il quarto bilancio più consistente dall’inizio dell’anno scolastico, su livelli anche superiori rispetto all’ondata di novembre.

Perché si viaggia ancora su questi valori, se gli studenti non hanno più contatti con i propri compagni di classe e stanno ognuno a casa propria? Dall’Ats non sono arrivate ulteriori specificazioni, ma la risposta sarebbe da ricercarsi nelle norme del tracciamento, reso molto più approfondito dalle indicazioni che il ministero della Salute e Regione hanno introdotto all’alba di questa nuova fase epidemica, in particolare quando s’è affacciata la moltiplicazione dei contagi da variante: la procedura di ricerca dei contatti stretti è stata infatti estesa ai 14 giorni precedenti l’«emersione» della positività, dunque si scava indietro nel tempo in maniera molto più profonda.

I positivi «scoperti»

Calendario alla mano, anche per i contagi notificati nella settimana tra 15 e 21 marzo – un periodo di Dad, appunto – si è risaliti a contatti stretti (i compagni di classe) intercorsi quando le lezioni erano ancora in presenza, almeno per quanto riguarda i positivi «scoperti» entro il 18 marzo: tornando indietro di due settimane rispetto a quest’ultima data, appunto, si ritorna al 4 marzo, cioè all’ultimo giorno prima del ritorno alla Dad. Va poi ricordato che le aule non sono completamente vuote, è rimasta la possibilità, in specifiche circostanze, di frequentare per esempio i laboratori. A rigor di logica, e di nuovo sfogliando il calendario, la decisa frenata della classi in isolamento dovrebbe rilevarsi al termine della settimana in corso.

Il monitoraggio

Resta dunque alto il numero di contagi individuati tramite il «setting scuola», monitoraggio per studenti e lavoratori della scuola, che naturalmente resta attivo anche se si fa lezione davanti a un pc. Addirittura il numero assoluto delle infezioni è aumentato rispetto alla settimana precedente: 210 casi tra 15 e 21 marzo, contro i 167 dell’8-14 marzo (+25%).

Va però detto che sono aumentati anche i tamponi effettuati, ben 3.523 il totale settimanale, il dato più elevato dalla ripresa post-natalizia e il terzo più consistente dall’inizio dell’anno scolastico (a proposito: da settembre, il totale dei test è salito a 46.830). Ne consegue che il tasso di positività si è mantenuto sostanzialmente stabile, al 5,96%, mentre nella settimana precedente era al 5,38%; il tasso di positività dell’ultima settimana, anzi, è discretamente più basso di quello che si calcolava per le ultime due settimane prima del ripristino della Dad (8,48% tra 1 e 7 marzo, 9,47% tra 21 e 28 febbraio).

Quote e ondate

Il «peso» del setting scuola continua a rappresentare circa un decimo di tutte le nuove infezioni registrate in Bergamasca. I 210 positivi rintracciati tra studenti, insegnanti e collaboratori scolastici nel periodo 15-21 marzo «valgono» infatti il 10,43% dei 2.013 nuovi casi registrati nell’intera provincia di Bergamo in quella stessa settimana. Questa quota era scesa al 7,14% tra l’8 e il 14 marzo, mentre era stata attorno al 10% sia tra 21-28 febbraio sia tra 1-7 marzo; nella prima metà di febbraio, al sorgere della nuova emergenza, il peso del mondo-scuola era ancora più alto, tra il 12 e il 13%.

Guardando all’ondata di novembre e all’attuale recrudescenza del virus, emerge che i valori assoluti più pesanti di infezioni legate alla scuola si erano manifestati in autunno: il picco settimanale resta nei 313 casi del 9-15 novembre, contro i 222 dell’1-7 marzo; e anche il «peso» maggiore s’era osservato in autunno, perché tra 25 ottobre e 15 novembre il setting scuola valeva il 16-17% del totale delle infezioni diagnosticate nella Bergamasca.

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