Covid, in Bergamasca altri nove decessi
Circa 450 gli operatori sanitari contagiati

34 i morti a novembre, solo giovedì in Lombardia 187. Restano alti i contagi. Nei nostri ospedali 596 pazienti e per gli operatori sanitari contagiati la criticità più alta è a Treviglio.

Un novembre nero non solo sul fronte dei contagi, ma anche per i decessi riconducibili al Covid.

L’incremento delle vittime in Lombardia (ieri 187 decessi) sta interessando anche la Bergamasca, che ha registrato altre 9 vittime in 24 ore. E proprio Bergamo e provincia, finora accerchiate dalla curva in espansione dei contagi giornalieri nelle aree di Milano, Monza e Varese (sono 9.291 i nuovi positivi in Lombardia, di cui 172 nella nostra provincia) hanno già pagato un tributo di 34 vittime del Covid dall’1 al 12 novembre (in tutto ottobre se ne erano contate 23, con dieci giorni consecutivi senza decessi e una sola vittima per Covid accertata nel periodo 1-12 ottobre). L’andamento della curva dei decessi nella Bergamasca non è stato lineare nei primi giorni di novembre, con due balzi verso l’alto riscontrati venerdì 6 (+8 morti) e ieri (+9). Solo il 1° novembre non si sono segnalate vittime, mentre nei giorni successivi si è oscillati tra 1 e 3 decessi ogni 24 ore, fino al dato dei 9 morti giornalieri di ieri (era dall’11 maggio che non si registrava un numero così alto di vittime).

Anche per le vittime certificate sull’intero territorio regionale (+187 in un giorno) bisogna risalire al 6 maggio per trovare un numero superiore di decessi in 24 ore (+222) e negli ultimi dieci giorni per ben otto volte è stata superata la soglia dei 100 decessi quotidiani (totale 18.910 da inizio epidemia). I decessi ufficiali per il Covid nella Bergamasca hanno raggiunto quota 3.203 da febbraio, mentre i positivi sono 21.137 (rapporto tra contagiati e popolazione pari all’1,90%; in città 2.741 positivi e tasso del 2,25%). Il dato dei 172 positivi rintracciati ieri è pressoché identico al giorno precedente (+168 casi), in un contesto regionale scandito da una nuova impennata del rapporto tra i tamponi processati (+42.933) e i positivi giornalieri (+9.291), che supera il 20% (21,6%). Procede in tutta la Lombardia l’incremento dei pazienti ricoverati nelle Terapie intensive (+18 in un giorno, sono 782 i posti letto occupati) e dei ricoverati nei reparti ordinari di degenza (+140, totale 7.047). Altri 8.229 pazienti in 24 ore sono risultati guariti e dimessi dagli ospedali.

Aumentano i ricoverati

E con un numero alto di positivi sul territorio, e la pressione da altre zone della Lombardia per la richiesta di letti dove collocare malati che non hanno più posto negli ospedali di Como, Varese, e Monza in particolare, ma anche di Milano, il numero dei ricoverati nelle strutture bergamasche continua a salire: ieri erano quasi 600, per la precisione 596. È cresciuto fino a 138 il numero dei degenti all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, con 81 pazienti nelle degenze ordinarie, 11 in subintensiva e 46 nelle Terapie intensive (dei quali 19 ospitati nella struttura della Fiera), mercoledì i posti occupati in totale erano 121, quindi 17 persone in più in un giorno.

Crescono i degenti anche all’Asst Bergamo Est che aveva mercoledì 95 posti occupati nei diversi presidi mentre ieri si è arrivati a quota 103, con 34 pazienti nelle degenze ordinarie Covid a Seriate più 5 in Terapia intensiva, 19 ad Alzano, 21 a Lovere, 10 a Piario, 14 a Gazzaniga. In crescita anche i pazienti ospitati in Humanitas Gavazzeni a Bergamo: 58 nelle degenze Covid ordinarie, 6 in Terapia intensiva e 2 «grigi» in attesa dell’esito del tampone, in totale 3 in più rispetto a mercoledì, mentre al Policlinico di Ponte San Pietro i pazienti ieri ricoverati erano in totale 87, dei quali 2 in Terapia intensiva, complessivamente 7 in meno rispetto a mercoledì. Al Policlinico la disponibilità dei posti, entro questa settimana, arriverà a un totale di 120, e a 5 letti di Terapia intensiva, con la possibilità di studiare un eventuale ulteriore aumento in caso di necessità, così come anche Humanitas Gavazzeni entro il 14 novembre farà crescere di altri 20 posti le degenze ordinarie, mentre al momento restano 6 i posti di Terapia intensiva, oltre agli 8 «grigi» già disponibili per chi è in attesa di esito di tampone.

L’Asst Bergamo Ovest, infine, conferma la «quasi totale occupazione» dei suoi 202 posti letto già annunciata mercoledì (174 ordinari e 28 per subacuti) distribuiti nei presidi di Romano e di Treviglio: l’Azienda sociosanitaria ha già dato la disponibilità a salire fino a un totale di 300 posti letto, l’aumento potrà scattare già dai prossimi giorni, in caso di ulteriore pressione non solo provinciale ma anche e soprattutto dalle aree della Lombardia attualmente più in difficoltà. Pressione che è facile prevedere che continuerà anche nei prossimi giorni, vista anche la nuova impennata di contagi nel Milanese (+4.066, di cui 1.375 in città), Varese (+1.160), Monza e Brianza (+1.028), Como (+762), Brescia (+621).

L’appello di Fontana

Il governatore Attilio Fontana ha così commentato il quadro sanitario in Lombardia: «In questi giorni si dovrebbero iniziare a vedere i primi frutti dell’ordinanza del 21 ottobre, insieme al successivo intervento del governo per abbassare la linea dei contagi. La situazione in Lombardia è oggi di grande pressione in alcune zone – ha aggiunto Fontana, collegato ieri con Radio Rtl 102.5 –. Come nella prima ondata il virus si concentrò su Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi, oggi è concentrato su Varese, Monza e Milano, le zone più colpite. È da questa estate che dico che serve equilibrio perché con il virus dovremo convivere fino al vaccino. All’emergenza sanitaria ed economica si somma l’emergenza della tenuta psicologica della gente: a marzo c’era più capacità di reagire alle difficoltà, oggi è scemata perché il tempo si allunga».

Sull’ipotesi di un lockdown a Natale, Fontana ha rimarcato: «Mi auguro di no, sono convinto che le cose si metteranno gradualmente a posto». Poi un appello ai lombardi: «Questo è un mini-lockdown e concede molta circolazione. Non violate le norme, facendo assembramenti e non mettendo le mascherine. Fate tutto ciò che si deve fare, altrimenti a Natale rischieremo di avere dei problemi».

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