«Donizetti», debutto con stecca
I nuovi treni pesano troppo

Parte della rete gestita da Rfi non può sopportare il peso dei nuovi convogli a media distanza. La soluzione è stata trovata diminuendo la capienza a bordo. Partono i viaggi di prova sulla Lecco-Bergamo.

Non male come stecca. In Lombardia si chiamano «Donizetti», nel resto del Paese «Pop». Generi diversi, stesso treno, medesimo risultato: è più pesante di quanto possano sopportare i binari della rete Rfi. «Perché quelli di Ferrovie Nord non hanno di questi problemi» ha precisato Giorgio Spadi, direttore Pianificazione strategica di Trenord e manager di lungo corso in ferrovia, giovedì scorso in V Commissione regionale, rispondendo a chi chiedeva lumi sui problemi tecnici del nuovo treno griffato Alstom, acquistato in 41 esemplari che arriveranno da qui al 2024.

Anzi, per la precisione ne sono già arrivati 8 che occupano 2 binari interi dello scalo di Milano Fiorenza, creando anche qualche problemino di gestione dello spazio a Trenord.

Il peso assiale di 18 tonnellate

La vicenda comincia in Trenitalia che nel 2015 bandisce (tra le altre) una gara per la fornitura di un cospicuo numero di convogli a media capacità: la vince Alstom che ovviamente si attiene alle indicazioni del capitolato.

Il problema scoppia al momento di mettere i nuovi treni sui binari e si scopre che in alcune parti della rete non possono circolare a pieno regime: tutta colpa di un peso assiale di 18 tonnellate, di poco superiore a quanto può sopportare parte della rete di Rfi, soprattutto (pare) quella a binario unico. Che in Lombardia vale il 51% del totale, a titolo informativo.

La sola soluzione tecnicamente possibile, rileva Spadi in Commissione, è che i binari vengano adeguati per sopportare un peso di 20 tonnellate: sarà fatto - spiegano informalmente in ambito Rfi - ma non in tempi rapidi o almeno in quelli necessari ad una rapida messa in servizio dei treni in Lombardia. Dove Rfi di cantieri aperti ne ha parecchi.

Tutti seduti e il 30% in piedi

Treni che la Lombardia ha ottenuto tramite una cessione di contratto da parte di Trenitalia per fare fronte ad una sempre più impellente esigenza di rinnovo del parco rotabile: 10 in tutto, 8 già arrivati. E fermi appunto a Fiorenza. Sarebbero dovuti entrare in servizio sulla linea della Valtellina e sulla Lecco-Bergamo-Brescia, ma la sperimentazione è iniziata solo in questi giorni visto che l’Amis – ammissione tecnica messa in servizio – rilasciata dall’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria è arrivata da poco.

Il tempo trascorso è stato impiegato alla ricerca di una soluzione sostenibile, di quelle col bilancino, quasi alla Dulcamara: considerato che il treno a piena portata supera di poco le 18 tonnellate di peso assiale, bisogna diminuire quello a bordo. In pratica per mettere il Donizetti sui binari bisogna ridurre la capacità ai soli posti seduti più un ulteriore 30% in piedi, quasi facile in tempo di Covid: nel caso la capienza venisse superata il sistema di controllo del numero dei passeggeri avvisa il macchinista che ridurrà la velocità a non più di 50 chilometri l’ora.Che in parecchi tratti è comunque la velocità normale, orario alla mano.

A parziale consolazione, lo stesso problema è stato riscontrato in alcune linee del Veneto dove dovrebbe circolare il «Pop». Cambiano le regioni, ma la musica resta la stessa: binario triste e solitario.

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