«Esami e visite: si torni a livelli pre Covid». Per tagliare le attese stanziati 84 milioni

Varata la delibera di Giunta in Regione Lombardia, il Piano prende il via il 1° aprile. Previste valutazioni trimestrali. Moratti: richiesta una produzione chirurgica e ambulatoriale del 110% rispetto a 2 anni fa. La metà dei fondi per i privati.

Il Covid, con due anni di pandemia che ha pesantemente intasato gli ospedali, ha causato, oltre ai lutti e alle sofferenze, anche un rallentamento dell’attività chirurgica, diagnostica e di prestazioni specialistiche in tutta la Lombardia. E quindi l’allungarsi delle liste d’attesa. La Regione corre ai ripari: è di qualche settimana fa la delibera di Giunta che introduce nuovi meccanismi di premialità e di penalizzazione per le strutture sanitarie per il rispetto dei tempi massimi per l’erogazione di prestazioni, a partire dall’area oncologica; lunedì 21 febbraio, a rafforzare gli indirizzi regionali è arrivata la delibera di Giunta che stanzia, dal bilancio, «un importante investimento di 84 milioni di euro, per dare una risposta più immediata ai bisogni di cura». Questa la comunicazione data da Attilio Fontana, presidente della Regione: «Fin dal mio insediamento ho ritenuto fondamentale accorciare le liste d’attesa – ha aggiunto –. Avevo iniziato prima della pandemia, nel 2019, a mettere in campo azioni per ridurre i tempi chiedendo ad esempio alle strutture private di concentrarsi maggiormente sulle prestazioni più richieste. Il Covid ci ha costretto a interrompere il percorso».

Trimestri a confronto

Ora l’obiettivo è raggiungere e superare per ogni trimestre la «produzione» del 2019, ovvero prima dell’impatto della pandemia Covid. Ciò dovrà avvenire attraverso l’indicazione di un target minimo di prestazioni da raggiungere e dei settori che al momento presentano maggiori criticità. «Con il provvedimento – ha spiegato Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare – proseguiamo la nostra azione in un percorso innovativo sulle liste d’attesa. C’è un target preciso, un obiettivo per i direttori generali e per le strutture private e si entra anche nel dettaglio delle prestazioni su cui concentrarsi maggiormente». Il Piano delle liste d’attesa partirà venerdì 1 aprile e interesserà le strutture pubbliche e le private convenzionate accreditate con valutazioni trimestrali che avranno scadenza il 30 giugno, il 30 settembre e il 31 dicembre di quest’anno. Come parametro di riferimento sarà utilizzato il trimestre, partendo da aprile e arrivando a dicembre del 2019.

La Direzione generale Welfare chiederà una produzione di almeno il 110% rispetto alle prestazioni di quell’anno dell’area dei ricoveri chirurgici programmati e dell’area specialistica ambulatoriale. Del resto – ha proseguito Moratti – , il Covid ha inevitabilmente condizionato l’abituale attività sanitaria delle strutture. Con questa delibera, oltre alle prestazioni già previste nel Piano nazionale delle liste di attesa, vogliamo incrementare la produzione dell’attività di ricovero e di quella ambulatoriale. In particolare, abbiamo individuato come prioritaria l’attività che interessa le macroaree della chirurgia programmata, con particolare riferimento all’area oncologica, la diagnostica strumentale e lo screening». E l’assessore al Welfare ha concluso: «Indicheremo esplicitamente i settori su cui puntare. In questo senso, la Direzione generale Welfare indirizzerà l’incremento di questa produzione in base alle criticità che maggiormente ci sono state segnalate». Dei quasi 84 milioni previsti dal Piano, 44 milioni sono destinati alle strutture pubbliche e 40 alle strutture private convenzionate accreditate.

«Impegno per il 2022»

«Pur impegnati con la gestione dell’emergenza, sul fronte della cura dei malati Covid, con le vaccinazioni e con l’attività di screening, i nostri professionisti hanno garantito a fine 2021, con un impegno ulteriore, il raggiungimento degli obiettivi indicati dalla Regione per il recupero di prestazioni che avevano subito inevitabili rallentamenti a causa dell’emergenza – rimarca Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo –. Abbiamo così effettuato 537 operazioni chirurgiche in più e oltre 5.700 prestazioni ambulatoriali e di diagnostica aggiuntive. Anche nel 2022 continuerà il nostro impegno sia sul fronte dell’attività di ricovero, sia di quella ambulatoriale, per dare risposte appropriate ai cittadini e al loro bisogno di cura».

«Ulteriore sforzo»

Impegno ribadito anche dall’Asst Bergamo Est per voce del dg Francesco Locati: «Il problema delle liste d’attesa è uno dei tanti prezzi che la crisi pandemica sta comportando in tutto il Paese. L’attuazione del Piano annuale da parte della Regione rappresenta uno sforzo ulteriore; questa problematica era stata parzialmente gestita nei mesi scorsi in modo progressivo parallelamente all’allentamento della pressione pandemica. Ora si prosegue in modo ancora più puntuale, con un innesto di risorse importante che contiamo porti i frutti sperati. A breve pianificheremo linee operative precise declinate su ogni presidio della Asst». Soddisfazione da Peter Assembergs, dg dell’Asst Bergamo Ovest: « Questi fondi ci permetteranno di raggiungere uno degli obiettivi prioritari del 2022, cioè riportare ricoveri e prestazioni ambulatoriali sui livelli del 2019, e possibilmente superarli».

Sulla delibera perplessità dal consigliere regionale M5s Marco Fumagalli: «Come d’abitudine, in Regione, ancora una volta l’annuncio precede una reale organizzazione. Ben venga lo stanziamento di risorse, per accorciare le interminabili liste d’attesa della sanità lombarda, ma la delibera approvata dalla Giunta non lascia intravedere una soluzione al problema. La Regione sarebbe dovuta infatti intervenire prima istituendo l’Agenda unica regionale, che aveva promesso nel 2019, dopodiché erogare fondi e distribuire obiettivi. Senza un’Agenda unica regionale è difatti concreta l’ipotesi che vengano a crearsi disparità di trattamento».

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