Ex carcere di Sant’Agata, al via il cantiere da 9 milioni - Video

CITTÀ ALTA. Partono i lavori per realizzare appartamenti per giovani e spazi pubblici. Gori e Valesini: «Un giorno importante per Città Alta».

L’ex carcere di Sant’Agata, uno dei principali contenitori storici di Città Alta, si prepara a rinascere e tornare completamente fruibile dalla cittadinanza. Parte proprio in questi giorni il cantiere, finanziato quasi interamente (circa 8 milioni di euro vengono dalla Ue, 800mila euro saranno investiti dal Comune di Bergamo) attraverso il bando Pinqua, dell’ex carcere di Città Alta, incastonato tra via del Vagine e vicolo Sant’Agata, sul versante nord del centro storico.

Si concluderà così un percorso molto lungo e impegnativo, che l’Amministrazione Gori ha avviato sin dal suo insediamento e che ha già portato alla concessione di lungo periodo alla Cooperativa Città Alta degli spazi della ex chiesa dei Teatini, restaurata e ri-funzionalizzata a spese della Cooperativa per accogliere non solo il Circolino, ma anche la grande sala civica nella quale si susseguono iniziative di rilievo pubblico ed eventi culturali.

Piccoli appartamenti

Il progetto, redatto dallo studio CN10 e dall’architetto Gianluca Gelmini (che si è aggiudicato una gara pubblica indetta per la progettazione) conferma la complessiva ristrutturazione dell’immobile che consentirà di ricavare nell’ex carcere di Sant’Agata appartamenti con affitti agevolati accanto a spazi pubblici.

Gli ultimi due piani dell’ex monastero teatino rimangono quelli in cui verranno ricavate le nuove residenze, piccoli appartamenti particolarmente importanti per quel che riguarda la politica dell’abitare del centro storico: qui infatti si prevedono 15 appartamenti a canone agevolato, ideali per giovani e giovani coppie, che consentiranno di rafforzare il mix sociale del centro storico, anche attraverso prezzi calmierati.

Museo del carcere

Il piano dell’ex circoscrizione, ossia quello a cui si accede da vicolo Sant’Agata, verrà invece trasformato nel «museo del carcere», per consentire di diffondere la storia che ha caratterizzato il complesso (tra il 1943 e il 1945 fu uno dei centri della repressione nazifascista e fino agli anni ’70 il carcere cittadino).

La ristrutturazione investirà una superficie di circa 2.500 metri quadrati. Il complesso, ceduto nel 2012 dal demanio al Comune, ospiterà anche spazi con altre destinazioni. Per esempio, nel piano affacciato su via del Vagine ci saranno locali tecnici e per le associazioni locali, mentre al piano del cortile dell’ora d’aria, dove si trovano la chiesetta e la mensa dell’ex carcere, verranno ricavati spazi pubblici polifunzionali. Il Comune di Bergamo lavorerà anche per individuare usi e funzioni di questi ultimi spazi, non è escluso il coinvolgimento del quartiere e delle realtà che vi trovano sede.

«Il progettista della ristrutturazione di Sant’Agata – spiega il sindaco di Bergamo Giorgio Gori - ha molto lavorato per interpretare nel modo più corretto gli spazi dell’ex carcere, mettendo a frutto anche la sua profonda conoscenza dell’edifici. Le ultime modifiche richieste dalla Soprintendenza, che hanno carattere prescrittivo e sono - com’è noto - obbligatorie, saranno accolte come previsto in corso d’opera senza stravolgere le funzioni previste all’interno del comparto, ottenuto dal Comune attraverso la legge sul federalismo demaniale ormai alcuni anni fa. Lavoriamo comunque per arrivare entro il 2026 con tutti i lavori completati, come previsto dal crono-programma Pnrr, senza i cui finanziamenti non saremmo in grado di restituire questo gioiello del centro storico alla Comunità e alla città».

L’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini commenta: «Oggi è un giorno importante per Città Alta. Dopo dodici anni dalla cessione dell’ex carcere e il tentativo fallito nel 2014 di sua sistemazione si avviano finalmente, dopo gli interventi della Cooperativa Città Alta, i lavori che porteranno a compimento l’intero complesso restituendo attraverso nuove funzioni pubbliche un luogo che ha sempre avuto un ruolo significativo nella storia di Bergamo. Ciò avviene dopo l’inaugurazione dei giorni scorsi di Casa Suardi a testimonianza dell’attenzione che l’Amministrazione ha riposto in questi anni nei luoghi della nostra memoria collettiva».

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