Famiglie in difficoltà, «buoni spesa» attivi da luglio: a Bergamo 1.316 beneficiari

LA MISURA . Il voucher, voluto dal governo, avrà un valore di 382,50 euro. Valido per Isee inferiori a 15mila euro e per nuclei con almeno tre componenti. L’assessore Messina: «Criteri troppo rigidi».

Un nuovo «buono spesa» per le famiglie in difficoltà, in particolare quelle con almeno tre componenti e un Isee inferiore ai 15mila euro. La misura era stata prevista dalla legge di bilancio approvata a fine dicembre, ora la fase operativa è entrata nel vivo: le «card» saranno attive da luglio, ai Comuni spetterà l’assegnazione al termine di una procedura non snellissima. Per il Comune di Bergamo sono 1.316 i «buoni» assegnati, sulla base di una ripartizione stabilita del governo, e in tutta la Bergamasca si arriva a circa 13.300 voucher; tra gli altri principali comuni bergamaschi: 337 card per Treviglio, 277 per Seriate, 256 per Dalmine, 253 per Romano, 193 per Albino. La macchina organizzativa sta partendo, si tratterà di una tessera prepagata e nominativa su cui sarà caricato un importo di 382,50 euro, per l’acquisto «di beni alimentari di prima necessità».

I criteri

«È una nuova misura da sperimentare – ragiona Marcella Messina, assessore alle Politiche sociali di Palafrizzoni e presidente del Collegio dei sindaci di Bergamo –. Da parte mia ci sono alcune perplessità sulle modalità: i criteri potevano essere individuati dai Comuni, che hanno una maggior prossimità ai bisogni della popolazione, magari diversi a seconda dei contesti territoriali. Durante l’emergenza Covid a Bergamo avevamo distribuito più di 2mila buoni, in varie tranche, individuando criteri e bisogni per intervenire tempestivamente». La nota congiunta di ministero dell’Agricoltura e ministero dell’Economia dà conto dei criteri di ripartizione (una combinazione tra la popolazione del comune e le differenze di reddito di quel comune). «L’erogazione del beneficio avverrà dal mese di luglio attraverso l’emissione da parte di Poste di una carta nominativa, prepagata e ricaricabile», e l’attivazione «dovrà essere effettuata da parte di ciascun beneficiario entro il 30 settembre 2023». Dopodiché, «le somme contenute nelle carte non attivate entro la data del 30 settembre 2023 saranno ripartite in un secondo momento».

I beneficiari

Ma chi potrà ricevere queste «card»? Il decreto individua tre categorie, con ordine di priorità decrescente: «nuclei familiari composti da non meno di tre componenti, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2009», con priorità data ai nuclei con Isee più basso; «nuclei familiari composti da non meno di tre componenti, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2005», con priorità data ai nuclei con Isee più basso; «nuclei composti da non meno di tre componenti», sempre con priorità ai nuclei con Isee più basso. La soglia Isee è comunque sempre fissata a 15mila euro. La procedura, appunto, non è delle più agili: i Comuni riceveranno dall’Inps l’elenco dei beneficiari, sulla base di dati elaborati e messi a disposizione dalla stessa Inps, dopodiché i Comuni «verificano la posizione anagrafica dei nuclei familiari contenuti negli elenchi Inps»; solo in seconda battuta, sulla base degli eventuali «residui», i Comuni potranno ripartire quelle «avanzate» anche «tra i nuclei familiari, anche unipersonali, in effettivo stato di bisogno, sulla base di informazioni rinvenienti dai locali servizi sociali». «Il vincolo di una famiglia con tre componenti può essere stringente – ragiona Messina –: oggi sono in difficoltà anche nuclei unipersonali, formati da persone sole».

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