Ferrovie, Rfi investirà 400 milioni per la manutenzione in Lombardia

Nei prossimi 2-3 anni, serviranno per interventi straordinari sulla rete, le stazioni e gli impianti. L’annuncio durante il vertice in Regione. Terzi: «Spero sia arrivato il momento di una giusta attenzione».

Rfi investirà 400 milioni di euro nei prossimi 2-3 anni in manutenzione straordinaria in Lombardia. Gli interventi riguarderanno sia la rete vera e propria che le stazioni e, dove possibile, anche i passaggi a livello, uno dei punti più critici. Dati alla mano, nella nostra regione, solo su quest’ultimo versante c’è un guasto al giorno. I 400 milioni che verranno investiti vanno letti in modo ambivalente: da un lato la conferma dell’intenzione della società del gruppo Ferrovie di investire in Lombardia al di là dei grandi interventi in corso o previsti (per esempio l’assetto dei binari della stazione di Bergamo), dall’altro l’ammissione di una situazione comunque deficitaria per quanto riguarda la manutenzione. «Vanno bene i grandi interventi sulla rete, ma serve la giusta attenzione alle piccole cose che fanno la differenza» il commento di Claudia Terzi, assessore alla Mobilità e Infrastrutture, al termine del vertice a Palazzo Lombardia con Rfi e Trenord, convocato dopo la serie (continua) di guasti sulla rete ferroviaria del mese scorso. Una situazione particolarmente critica sul nodo di Milano, con 6 (seri) problemi di varia natura in meno di un mese.

«Accettabili fino a 20 guasti»

«Un incontro costruttivo per proseguire su tematiche prioritarie per tutti» il commento stringato di Rfi. Ma nel corso dell’incontro l’amministratrice delegata Vera Fiorani non ha negato l’esistenza dei problemi in Lombardia, annunciando appunto alla Regione i prossimi interventi sul versante della manutenzione straordinaria.

In realtà dal confronto sarebbe altresì emerso che per una realtà come la Lombardia, che da sola movimenta un quarto dei passeggeri del Paese, un tot di guasti al giorno sarebbe da mettere in preventivo: «Fino a 20» avrebbe detto l’ad, dato che ha fatto saltare sulla sedia la Regione. Rfi avrebbe definito «iperstressata» la rete lombarda, con particolare riferimento al nodo di Milano dove gira un treno ogni 3 minuti con una pressione che non ha uguali nemmeno sulla Roma-Firenze, di fatto la spina dorsale del sistema ferroviario nazionale. Una situazione della quale il pendolare-tipo è assolutamente consapevole visto che la vive sulla propria pelle ogni santo giorno.

La parte di Trenord

Trenord dal canto suo si sarebbe invece fatta carico dei disagi della scorsa estate, frutto soprattutto della vetustà di parte del materiale, prevalentemente a trazione diesel. Dati della Regione alla mano, nel 2021 il 48% delle cause di soppressione è imputabile a cause esterne (meteo, mezzi esterni sui binari, gesti estremi...), il 31% a Trenord e il 22 a Rfi. Come dire che ognuno ci ha messo del proprio.

«Spero sia arrivato il momento di mettere davvero la giusta attenzione sulla Lombardia, ci rendiamo conto di essere un sistema complesso ma questo non può giustificare i disservizi di questi ultimi mesi. Vero che non è possibile fare tutto subito, ma cominciamo a partire con qualcosa» la sintesi della Terzi.

Per esempio sul coordinamento dei lavori e la comunicazione, un punto particolarmente delicato nel rapporto tra le parti già nella gestione dell’ordinario, figuriamoci durante cantieri anche impegnativi o di lunga durata. Tali quindi da rendere necessario, nel caso, anche un ripensamento e una rimodulazione del servizio, fino a lavori conclusi.

Particolare attenzione verrà ovviamente data al nodo di Milano, visto che tre quarti del traffico della regione gravita lì, e basta un guasto uno per mettere in ginocchio tutto il sistema.

© RIPRODUZIONE RISERVATA