Galli: «Attenti ai concerti sono amplificatori dei contagi Covid»

L’intervista L’infettivologo Galli, ospite a Premolo «Limiti e mascherine restano ancora utili. Quarta dose subito: in autunno non si esclude qualcosa di peggio».

Altro che quiescienza. Massimo Galli, già direttore del Reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano (dal 2008 al 2021), alla vigilia dei 71 anni (li compie domani), è super in fermento, tra ricerca e scrittura. Venerdì sera, ospite a Premolo del festival «Incontriamoci sul Serio» ha parlato de «Le lezioni di pandemia, «trascinato» in valle da Giovanni Cominelli, dell’associazione «Il testimone» organizzatrice dell’evento e compagno di militanza dell’infettivologo ai tempi della Statale di Milano.

Professore, cosa ci ha insegnato la pandemia?

«L’insegnamento è che non si può non fare i conti con la natura e con quello che noi abbiamo fatto all’ambiente naturale in questo mondo iperpopolato e globalizzato».

Qual è il nesso?

«In questo contesto una malattia può essere portata da un capo all’altro del mondo in brevissimo tempo. Tra i fenomeni invasivi dell’uomo nei confronti della natura e il discorso del pipistrello il passo è breve: distribuiti tra le diverse specie di pipistrelli ci sono più di 200 coronavirus noti prima del 2020, ma se ne calcolano almeno 3mila. Il vaso di Pandora è ancora pieno e la violazione della natura può avere costi altissimi».

Secondo lei abbiamo imparato la lezione?

«Ho qualche dubbio».

In effetti in questa estate di contagi in veloce risalita la gente non sembra preoccuparsene più di tanto e ancor di più non vuol sentir parlare di quarte dosi. Come mai?

«La gente pensa che il discorso vaccino sia superato, è stufa e crede che se si infetta non le succede niente...Le cose però non stanno esattamente così».

Tutti i parametri, indice di trasmissibilità e incidenza, stanno infatti galoppando.

«La linea Omicron si modifica in tempi rapidissimi e anche le nuove varianti in arrivo avranno un’importante capacità di diffusione tra la popolazione, anche tra i vaccinati. Le ultime varianti aggirano i vaccini dal punto di vista dell’infezione, ma per fortuna i vaccini proteggono ancora da mali peggiori. I vaccinati sono sempre più protetti dei non vaccinati, anche rispetto alle varianti. Ma quando il numero degli infetti aumenta va da sé che anche il numero di chi finisce in ospedale cresce. E il Covid non è una passeggiata anche per chi non finisce in ospedale».

E lei l’ha più volte testimoniato: soffre ancora di Long Covid?

«Mi sono beccato Omicron a Capodanno, tra marzo e aprile ero veramente giù, ora sto migliorando fisicamente, ma posso assolutamente confermare che non è una passeggiata».

Come si può affrontare la situazione?

«Continuando a imporci qualche limitazione e procedendo subito con le quarte dosi, senza se e senza ma, per anziani e fragili».

Tra le limitazioni metterebbe lo stop ai concerti estivi?

«Le decisioni spettano alle autorità sanitarie e politiche competenti. Ma a costo di scatenare un putiferio, va detto che in questo momento è un dato di fatto che concerti e grandi eventi stiano avendo un effetto di amplificazione dei contagi. Sono occasioni in cui l’infezione si diffonde alla grande e ne abbiamo prova giorno per giorno. Non si può far finta che il problema non esista, la questione merita di essere affrontata con grande attenzione. Non può essere un “liberi tutti” perché è estate e bisogna divertirsi: bisogna ancora stare attenti e avere senso di responsabilità».

Anche di mascherine se ne vedono poche ormai in giro.

«La mascherina, come il casco, non protegge al 100% ma averla o non averla fa la differenza. L’uso sui mezzi pubblici e nei luoghi chiusi non va considerato come qualcosa di oppressivo, la mascherina non è uno strumento di tortura bensì di protezione, utile per il contenimento dei contagi».

L’altro strumento sono i vaccini. L’orientamento europeo sta virando verso le quarte dosi anche per gli over 60. È d’accordo?

«È necessario che, senza se e senza ma, gli anziani e i fragili facciano subito il richiamo. Visto che Omicron 5 sta girando e nuove varianti sono all’orizzonte in tempi brevi, per persone con determinate caratteristiche non ci si può permettere di aspettare il nuovo vaccino in autunno. L’altro punto dolente è che anche i bambini non si stanno più vaccinando, e questo è un problema, per loro e per la società».

Serve un nuovo vaccino?

«Quello che stiamo usando è stato costruito sulla variante del marzo 2020, ne è passata di acqua sotto i ponti. Come per l’influenza, bisogna andare verso un vaccino adeguato al ceppo circolante. A differenza dell’influenza, però, non andrà fatto solo agli ultra 65enni ma a una platea più vasta».

Covid e vaccini sembrano usciti dai radar della comunicazione.

«Sono stati soppiantati dalla guerra e da altri temi, ma ora che ci si è accorti che i contagi crescono, per la serie “a volte ritornano”, i palinsesti ricominciano a parlarne, pure con stupore. Uno stupore che però non ha colpito i veri addetti ai lavori, per i quali questa ondata era un evento atteso».

Cosa dobbiamo quindi aspettarci per l’autunno?

«Per il Covid non c’è ancora una medicina risolutiva, emergono nuove varianti e il virus muta. Non ce ne libereremo quindi facilmente, forse ci vorranno decenni. Per l’autunno quindi non possiamo escludere qualcosa di peggiore e più diffusivo, ma speriamo non patogeno».

Nel frattempo ha pubblicato il libro «Gallipedia», in cui si scoprono anche aneddoti privati della sua vita.

«L’amica e giornalista scientifica Lorella Bertoglio (presente venerdì sera, ndr) mi ha convinto a raccontare anche i “fatti miei”, con l’intento di svelare l’uomo dietro il personaggio finito in tv negli ultimi due anni. In realtà il libro ha lo scopo di divulgare, in modo semplice, le malattie che ho incontrato nell’arco della mia storia professionale, tornando a parlare, ad esempio, di Hiv, tubercolosi, malaria, epatite C, meningiti, perché anche un pubblico più vasto ne possa trarre qualche informazione utile».

E nel cassetto ha altri due libri. «Uno di fantascienza: ho già materiale per una trilogia. E l’altro, che chiuderò a breve, è un saggio con taglio divulgativo sull’influenza».

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