Galli: «Troppi assembramenti, serve prudenza, il virus circola»

L’intervista Tornano i grandi eventi, il professor Galli: «Giusto che i giovani si divertano, ma il virus circola e gli effetti del long Covid sono pesanti. Quando serve, non si abbandoni la mascherina: i fragili vanno tutelati».

È stato un fine settimana all’insegna di grandi eventi, feste e assembramenti in varie parti d’Italia. Il concerto di Vasco Rossi, i festeggiamenti per lo scudetto del Milan e tante altre occasioni di contatti ravvicinati. Mascherine in soffitta e distanziamenti azzerati. «Non lo dico da interista, ma gli assembramenti per la festa del Milan mi sono sembrati davvero inopportuni – sottolinea l’infettivologo Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano -. Non siamo ancora arrivati al momento in cui è possibile fare di tutto, il Covid circola ancora, ma molti tendono a dimenticare. Alla Fiera del Libro a Torino ho riscontrato personalmente tanta gente senza mascherine. Ritengo probabile una discreta quantità di nuove infezioni. Più che una minaccia è una promessa, o se volete più che un rischio è una certezza. E si tenga sempre presente che una parte considerevole delle infezioni non vengono denunciate. L’appello alla prudenza va ribadito».

Professor Galli, la pressione ospedaliera resta comunque gestibile.

«Finora non si è riscontrato il riflesso principale delle infezioni in termini di aumento dei ricoveri e delle Rianimazioni, un impatto evitato grazie sempre ai vaccini. Ma il nuovo tema da inquadrare è il long Covid. C’è gente che sta pagando uno scotto salato e problemi di salute anche molto tempo dopo essersi infettata».

Quali sono le caratteristiche del long Covid?

«C’è ancora molto da capire e inquadrare. Un lavoro pubblicato recentemente certifica che il 55% delle persone che hanno fatto l’infezione a Wuhan nel marzo 2020 hanno ancora qualche strascico di salute. I disturbi principali consistono in affaticamento, sindrome da stanchezza cronica, sintomi neurologici, disturbi della memoria e polimialgie anche di natura reumatica».

Quindi il long Covid è una sorta di colpo di coda del virus?

«È una manifestazione a lungo termine di problemi non piacevoli, anche per chi non ha avuto patologie polmonari importanti che comportano uno strascico. Mi riferisco ai soggetti asintomatici o paucisintomatici che si sono infettati e hanno poi riscontrato nel tempo problematiche di tipo cardiaco ancora non ben definite. Ho suggerito interventi strutturali per coordinare le attività sul long Covid in un’ottica multidisciplinare e sgravare il lavoro degli ambulatori, che già si occupano di tutte le altre patologie acute e croniche degli ospedali».

Perché le quarte dosi vanno a rilento?

«Le quarte dosi nelle persone anziane e a maggior rischio sono consigliabili comunque, anche se con un vaccino imperfetto. C’è ancora troppa circolazione virale per non consigliare un elemento di protezione maggiore per le persone fragili e garantire un’estate tranquilla, anche se poi bisogna sempre verificare la risposta al vaccino. I vaccini attuali non coprono in maniera soddisfacente dall’infezione, ma è un dato di fatto che continuano a coprire rispetto alla malattia grave».

Le sottoviarianti Omicron sono più contagiose?

«La variante Omicron 2 ormai è ultradominante, la 3 non si sa ancora che successo avrà, la 4 e la 5 invece si sono già affacciate e bisognerà vedere se si riveleranno più competitive dell’Omicron 2. Finora i segnali non sono incoraggianti, perché si vedono reinfezioni anche tra gente che ha fatto Omicron. Si è passati da un evento raro a un evento segnalato».

I decessi sembrano in calo. Ieri e domenica in Lombardia solo 4 vittime per Covid, il dato più basso da novembre.

«Anche se i decessi sono in calo, si continua a morire per aver contratto l’Omicron. Abbiamo poi una popolazione anziana con diverse falle nella vaccinazione tra over 70, immunodepressi e persone che non rispondono proprio alla vaccinazione, perché non siamo tutti uguali davanti al vaccino e ciò purtroppo non lo si può stabilire per decreto».

Le mascherine restano un prezioso strumento di protezione?

«Lo dico soprattutto ai giovani: divertitevi, ma con responsabilità e indossando le mascherine. I giovani hanno una percezione addolcita del virus, nel senso che si ammalano poco e con minori problemi rispetto agli anziani. La raccomandazione però è quella di prestare attenzione ai genitori, ai nonni e ai fragili in famiglia, che vanno tutelati. La cultura della responsabilità non può essere dimenticata per momenti di svago o peggio di sballo».

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