Green pass obbligatorio per il lavoro, corsa a vaccinarsi: 40 mila in un mese

È il bilancio delle prime somministrazioni in provincia di Bergamo. Dall’annuncio dell’obbligatorietà, un indeciso su 4 ha scelto di immunizzarsi.

La corsa è iniziata praticamente un mese fa, quando le voci si sono trasformate in annuncio ufficiale. E oggi, con l’obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro ormai diventato prassi concreta, si possono fare i conti. In quanti sono corsi a vaccinarsi, per evitare di doversi sottoporre continuamente al tampone? I numeri si intrecciano con le date. Dopo le prime indiscrezioni, il governo ha ufficializzato la novità nella serata del 16 settembre. Quel giorno in Bergamasca le persone vaccinate con almeno una dose erano 831.466; e sabato sera, secondo il «contatore» di Regione Lombardia, i bergamaschi raggiunti dalla campagna vaccinale sono saliti a 870.902: 39.436 in più. Quarantamila vaccinati in più, è qui che si può leggere l’effetto dell’ulteriore utilizzo della certificazione verde nella quotidianità. Chiaro, non tutti questi 40mila neo-vaccinati sono lavoratori: nel dato sono inclusi anche studenti o pensionati, che comunque – sentendo il polso dei centri vaccinali e riflettendo sui vari step della campagna vaccinale – sono una fetta residuale rispetto a quanti hanno scelto di immunizzarsi per non trovarsi spiazzati dal 15 ottobre in poi. In questo mese «pre-Green pass», lo sprint è stato più massiccio nella prima parte: di queste 40mila prime dosi iniettate, circa 25 mila sono state inoculate tra la metà e la fine di settembre mentre le altre 15mila sono arrivate tra l’inizio di ottobre e la metà di questo mese.

C’è una motivazione specifica per questo andamento differenziato: siccome il Green pass si attiva dopo 14 giorni dall’iniezione della prima dose, per arrivare col «documento» in regola al 15 ottobre occorreva vaccinarsi entro la fine di settembre; chi lo ha fatto da inizio ottobre, invece, per qualche giorno ha dovuto (e dovrà farlo ancora per un po’ chi ha scelto l’immunizzazione last minute) ricorrere ai tamponi per ottenere il lasciapassare «temporaneo» dalla validità di 48 o al massimo 72 ore.

Qualcuno invece s’è deciso proprio all’ultimo. Non sembra un caso il fatto che, guardando alle prime dosi nella settimana appena conclusa, il dato giornaliero più elevato (1.116 nuove prime dosi) sia caduto proprio nella data di venerdì 15 ottobre, data d’esordio del decreto; nei giorni immediatamente precedenti, viceversa, si oscillava attorno alle 900 prime dosi.

L’ultimo miglio

Ma sono tante o poche, le prime dosi dell’ultimo mese? Ovviamente non si possono comparare i numeri attuali con quelli dell’apice della fase massiva. A fine giugno, per esempio, quando si erano aperte le agende anche per l’ultima fascia anagrafica (12-29 anni), si era toccato un picco di circa 12mila prime dosi in ventiquattr’ore tra i residenti in provincia di Bergamo.

Ma allora i bergamaschi da vaccinare erano ancora parecchi, oggi invece sono pochi – ieri, sempre secondo i calcoli della Regione, l’87,96% dei bergamaschi oltre i 12 anni aveva ricevuto almeno la prima dose – e la quota dei non vaccinati comprende in larga parte persone contrarie o indecise: le più difficili da convincere.

Ora, appunto, tra gli over 12 – l’età minima per la vaccinazione anti-Covid è appunto 12 anni compiuti – residenti in Bergamasca mancano ancora 119.218 persone da vaccinare; il 16 settembre, all’annuncio del decreto sul Green pass, ne mancavano invece 158.654. Ed è confrontando queste due cifre che si può trarre un altro calcolo: se in questo mese sono stati vaccinati 39.436 bergamaschi, vuol dire che si è «convinto» il 24,85% di chi il 16 settembre non era ancora immunizzato. Un non vaccinato su quattro, praticamente, nell’ultimo mese ha scelto l’inoculazione. La nuova quotidianità lavorativa tra tamponi e Green pass potrebbe spingerne qualcun altro sulla strada della vaccinazione.

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