Guardie mediche ancora in difficoltà: «Chiusi per malattia»

L’EMERGENZA. Sabato 3 giugno scoperta la sede di Borgo Palazzo: tre dottori hanno presentato un certificato. Altri casi alla Bergamo Est. «Ho dovuto coprire sette postazioni».

Guardia medica di Bergamo scoperta. Continuano i disservizi nella Continuità assistenziale nella nostra provincia. Ieri mattina la postazione di Borgo Palazzo a Bergamo è rimasta improvvisamente senza medici nel turno dalle 8 alle 20. «I tre medici programmati per il turno di lavoro - spiegano da Ats - un’ora prima dell’avvio delle attività, hanno inviato una certificazione medica attestante l’indisponibilità alla presenza in postazione».

A quel punto i pazienti che chiamavano, se urgenti, sono stati dirottati al sistema di emergenza-urgenza (Areu, il vecchio 118), se non urgenti venivano date loro indicazioni telefoniche o di rivolgersi al medico di base. La Centrale telefonica che indirizza i cittadini alla guardia medica, rileva tempi di attesa superiori alla media «dovuti alla mancanza di medici in servizio in Bergamasca». «Ats Bergamo - continua il comunicato - facendo fronte a numerose difficoltà, organizza la copertura delle attività di Continuità assistenziale insieme ai medici che si sono sempre resi disponibili e che continuano con dedizione e professionalità a garantire il servizio. Per tutelare i professionisti sanitari e i cittadini, Ats si riserva di appurare le motivazioni che hanno causato l’interruzione del servizio». «Ats Bergamo precisa che negli altri due distretti di competenza, Asst Bergamo Ovest e Asst Bergamo Est, la situazione e l’organizzazione non hanno rilevato specifiche criticità e il servizio si è svolto regolarmente».

Altri due medici, stando a quanto è stato possibile sapere, nel distretto di Bergamo Est avrebbero presentato un certificato di malattia tra giovedì e ieri. Pare che si tratterebbe di sciopero. A descrivere la situazione in questo distretto è un medico in servizio nella Guardia medica, che preferisce mantenere l’anonimato: «Per la Continuità assistenziale siamo in 14 medici - dice - ma quattro sono dimissionari e tra due mesi lasceranno. La programmazione avviene tramite un medico che fa da referente, raccoglie le disponibilità dei colleghi e poi invia i turni ad Ats. Questo avviene prima di ogni 20 del mese».

«Servirebbero 110 medici»

«In tutta la provincia - continua - servirebbero 110 medici, come erano nel 2020: uno ogni 5.000 assistiti. Per noi questa è una situazione insostenibile: l’altro giorno io ho lavorato per sette medici, coprendo il servizio di sette sedi. Con episodi anche drammatici: stavo seguendo un paziente, ha chiamato un altro in situazione critica, ma non potevo fare nulla».

Criticità che, a questi livelli, sembrano riguardare solo la nostra provincia. «A Milano, nella provincia di Monza-Brianza e nel Bresciano - continua il medico - queste problematiche non ci sono. Anzi, ci sono medici che, visto il carico di lavoro che dovevano sopportare da noi, hanno preferito proprio trasferirsi».

Conferma arriva dal neo segretario della sezione provinciale della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg), Ivan Carrara: «A Milano e Brescia non ci sono queste carenze come da noi - dice -. Molti specializzandi, poi, che prima prestavano servizio nelle nostre Guardie mediche, vista la situazione che si è venuta a creare, hanno preferito tornare vicino alle sedi di studio». Insomma, il cane che si morde la coda. Un abbandono dovuto al troppo carico di lavoro e che va così a peggiorare e a caricare di lavoro chi rimane.

Sull’effettiva apertura o meno delle sedi di Guardia medica - nei giorni scorsi e nelle prossime settimane - ieri non è stato possibile avere da Ats il dettaglio delle postazioni coperte. Per Ats tutte e 27 le postazioni di Guardia medica restano attive: alcune con la presenza fisica del medico, altre invece saranno vicariate. Sempre Ats conferma peraltro che buona parte delle richieste dei pazienti vengono risolte telefonicamente.

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