«Ho cucinato per Macron e Xi, che emozione»

Alzano Lombardo . Lo chef Luca Adobati lunedì 6 maggio ha avuto l’onore di preparare la cena per i due presidenti all’Eliseo.

Dalla Bergamasca ai ristoranti stellati di tutto il mondo, fino all’Eliseo. Luca Adobati, giovane chef di 29 anni originario di Alzano, lunedì ha avuto l’onore di cucinare per il presidente francese Emmanuel Macron e Xi Jinping, presidente della Cina, dopo il loro incontro, e per i 250 invitati alla cena che si è svolta nella residenza ufficiale del presidente della Repubblica francese. «Io sono sous chef nella brigata del Mirazur a Menton, in Francia, il ristorante di Mauro Colagreco, 3 Stelle Michelin – racconta Luca, che nella sua carriera ha lavorato con Cracco, i Cerea e anche Yannik Alléno –, e proprio con Colagreco ho avuto la grande opportunità di cucinare all’Eliseo in occasione di questo incontro. Ero l’unico italiano e unico bergamasco, un onore. Abbiamo preparato un nostro piatto (era uno dei tre piatti in menu della serata), una tartare di granchio, caviale, vinaigrette al miele con un velo di fiori di Cosmos, un piatto lungo come montaggio. Il velo poi è realizzato coi fiori del nostro orto e per fare 250 piatti abbiamo usato 1.380 fiori, 11mila petali. È stato però un bel lavoro».

Prima della cena Luca (e tutta la brigata, composta per l’occasione da 40 chef) ha avuto anche l’occasione di conoscere la moglie di Macron, «che è venuta a salutarci nelle cucine – spiega –, è stata molto gentile e disponibile. Mi sono molto emozionato durante questa esperienza – continua – perché ho respirato la sensazione di essere in qualcosa di storico, di unico, entri nella casa del presidente e solo l’ambiente, le guardie del corpo, era come nei film. Un’emozione unica. E a fine cena siamo stati chiamati perché il presidente voleva salutarci, così siamo entrati in una saletta e abbiamo trovato ad aspettarci il presidente Macron con la moglie e il presidente della Cina con la moglie e ci hanno chiesto di fare una foto tutti insieme. Io all’inizio mi sono messo dietro, nascosto, per rispetto ed educazione ma Macron mi ha guardato e mi ha detto: “No, mettiti davanti che facciamo come una squadra di calcio”. Anche solo quel momento ci ha ripagato di tutto il lavoro e le prove fatte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA