Il punto delle chiusure in Bergamasca
Autorizzati i mercati, le info sui bar

La Regione precisa le limitazioni con un nuovo documento. In città via libera solo agli alimentari sabato allo stadio e lunedì in via Spino.

Mercati rionali sì. Palestre, centri sportivi e piscine no. Il chiarimento è arrivato a tutti i sindaci della zona gialla lunedì pomeriggio alle 15.32. Una comunicazione indispensabile, come richiesto a gran voce da tutti i primi cittadini lombardi, per evitare che l’applicazione dell’ordinanza regionale per il contenimento del coronavirus venisse interpretata in modo diverso da Comune a Comune. È proprio quanto accaduto lunedì mattina nelle ore che hanno preceduto l’ultima circolare diffusa da Regione Lombardia, con alcuni mercati chiusi (ad esempio, quello di via Spino in città) e altri invece senza nessuna limitazione (a Seriate). Le prescrizioni definitive sono state spiegate nel dettaglio in un lungo documento.

Il punto più controverso riguardava appunto i mercati rionali. Rimarranno aperti «dal lunedì al venerdì. Restano chiusi il sabato e la domenica, ad eccezione dei commercianti che esercitano la vendita di generi alimentari». La Regione però concede ai sindaci di emanare provvedimenti a livello locale: «Se consapevole che ci possono essere casi in cui si favoriscono assembramenti a rischio, il primo cittadino può valutare ulteriori restrizioni a livello territoriale».

Proprio per discutere di questa possibilità il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha convocato lunedì a Palafrizzoni le associazioni dei commercianti. «Abbiamo deciso di autorizzare i mercati rionali - spiega il primo cittadino -. Il mercato del sabato allo stadio, come da norma regionale, sarà aperto soltanto ai banchi alimentari. Lo stesso vale per il mercato di lunedì prossimo di via Spino, se la limitazione verrà prorogata anche per la prossima settimana, mentre quello di piazzale Alpini rientra nella categoria dei “rionali” quindi è autorizzato».

Chiarito anche il destino di palestre, centri sportivi e piscine. Tutte le attività sono sospese. Fino a domenica non si svolgeranno «manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, eventi e ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico». Si intendono anche «palestre, centri sportivi, piscine e centri natatori, centri benessere, centri termali». Nulla impedisce alle squadre di allenarsi, ma i giocatori non possono utilizzare gli spogliatoi. «Le attività all’aperto possono essere svolte ad eccezione dell’utilizzo degli spogliatoi. È consentito l’accesso e l’utilizzo delle strutture sportive ai soli atleti professionisti».

Porte aperte negli uffici pubblici. «Le istituzioni (ad esempio Comuni, Catasto, Inps, Inail, Caf, Poste, Camere di Commercio) e i relativi uffici sono aperti al pubblico rispettando le norme di igiene adottate dal Ministero della Salute - si legge nella circolare interpretativa -. L’amministrazione sulla base delle valutazioni di ogni specifica situazione può valutare modalità organizzative di riduzione dell’afflusso e dello stazionamento di utenti fino ad arrivare alla sospensione dei servizi che valuta differibili». La stessa accortezza organizzativa è stata adottata negli uffici del Comune di Bergamo dove ieri l’afflusso di cittadini è stato regolato a scaglioni di entrata. Niente mascherine ai dipendenti, anche per non diffondere il panico: solo una disposizione precauzionale di tavoli e sedie, più distanti rispetto al solito.

Uno dei punti più discussi riguarda la chiusura dei bar dalle 18 alle 6 di mattina. Un provvedimento che non si applica ai ristoranti. Anche in questo caso l’interpretazione è più precisa rispetto alla prima comunicazione: «I gestori di esercizi commerciali che prevedono al proprio interno più attività (ad esempio hotel con bar, ristorante con bar, locali da ballo con ristorante) devono seguire le regole previste per le singole attività commerciali ovvero, bar, locali notturni e qualsiasi altro esercizio di intrattenimento aperto al pubblico sono chiusi tutti i giorni dalle ore 18 alle ore 6». Il Comune di Bergamo ha stabilito che dopo le 18 possono rimanere aperti i locali (bar compresi) che hanno una cucina «attrezzata dal punto di vista sanitario per la trasformazione dei cibi, con servizio limitato ai tavoli, non al banco».

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