Il Vescovo: «È la fede in Dio che ci salva»

IL PELLEGRINAGGIO. Martedì visita ai luoghi della spiritualità di Padre Pio e al santuario di San Michele Arcangelo. La riflessione di monsignor Beschi: «Il perdono del Signore è una nuova Creazione che libera il nostro futuro».

San Giovanni Rotondo

«È la fede in Dio che ci salva», perché «soltanto Dio può perdonare i peccati». Il secondo giorno del pellegrinaggio diocesano giubilare presieduto dal Vescovo monsignor Francesco Beschi ha toccato la Puglia ed è stato dedicato interamente al tema della misericordia di Dio e al sacramento della Confessione. Con due figure particolari sullo sfondo: Padre Pio da Pietrelcina, il «confessore per eccellenza», e l’arcangelo Michele che, secondo la tradizione, nel 490 apparve sul Monte Sant’Angelo a San Lorenzo Maiorano, Vescovo di Siponto al Gargano, rivelandogli che in quel luogo (dove oggi sorge il santuario di San Michele Arcangelo) «verranno sciolti i vincoli conseguenti ad ogni genere di peccato commesso».

In mattinata i 150 pellegrini hanno partecipato alla celebrazione penitenziale comunitaria, durante la quale il Vescovo ha evidenziato: «La cosa prodigiosa è il perdono di Dio. Soltanto Dio può perdonare i peccati e sono convinto che l’umanità intera abbia un

immenso bisogno del Suo perdono. E il perdono è una meraviglia, qualcosa che sorprende, stupisce: il perdono di Dio va otre ogni immaginazione». La morte in croce di Gesù, ha aggiunto, «è il segno più grande che il Suo perdono non ci sarà mai negato. Il perdono di Dio è una nuova Creazione che apre sentieri, spalanca il futuro e ci offre nuova possibilità». Questo non significa che la misericordia di Dio «è un colpo di spugna verso il passato», bensì «un colpo d’ala verso il domani: non ci libera dal passato ma libera il nostro futuro». Proprio riguardo al tema del peccato e del perdono il santo di Pietrelcina è un esempio: «Padre Pio ci ispira, lui che ha passato gran parte della vita a offrire il perdono di Dio».

I luoghi della spiritualità di Padre Pio

I luoghi che hanno segnato la spiritualità di Padre Pio a San Giovanni Rotondo sono stati al centro del resto della mattinata: il santuario di Santa Maria delle Grazie con le sue spoglie mortali e l’annesso convento, la cella in cui morì, i paramenti sacri, il calice e la patena usati nell’ultima Messa da lui celebrata. «Qui padre Pio - ha osservato don Luca Della Giovanna, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale dei Pellegrinaggi - non è solo passato, ma ha vissuto tutto il suo ministero sacerdotale. Arrivato giovane nel 1916 è rimasto fino alla morte, il 23 settembre 1968. Tutto questo luogo lo rappresenta e la sua devozione ha sempre attratto tantissimi fedeli». Don Luca ha quindi sottolineato «l’assimilazione alla vita di Cristo, al modello del crocifisso che porta su di sé il dolore del mondo. Il carisma che ha scelto è quello di San Francesco».

La chiesa di Renzo Piano

Poco distante sorge la moderna chiesa dedicata al santo e progettata da Renzo Piano. Qui si è tenuta la seconda Messa del pellegrinaggio, incentrata sul tema della salvezza che viene dalla fede in Dio. La riflessione di monsignor Beschi è partita dalla fine del Vangelo di Luca letto poco prima: l’episodio è quello della donna peccatrice che, durante un banchetto a casa di un fariseo, unge i piedi di Gesù con olio profumato, li bagna con le sue lacrime e asciuga con i suoi capelli. Il Vangelo si chiude con Gesù che dice alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace». «È la fede che ci salva - ha detto il Vescovo -, l’affidamento a Dio, non la nostra giustizia personale. Un affidamento che prende la forma dell’amore: nell’amore di Dio ognuno può nutrire il proprio, noi nutriamo i nostri sentimenti dell’amore di Dio». E, in questo amore, «costruiamo una società umanamente più vera. Nessuno di noi farà il gesto che ha fatto la donna del Vangelo ma tutti noi abbiamo la possibilità di piangere, di aprirci e dire: “Signore, salvami”. Tutti abbiamo la possibilità di incontrare il Signore, anche chi sembra già condannato».

Il resto della giornata è stato dedicato alla visita al santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo. Mercoledì la visita a Bari e Alberobello, con la Messa nella basilica pontificia di San Nicola.

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