
(Foto di Yuri Colleoni)
IL PELLEGRINAGGIO. «Abbiamo inventato il cuore artificiale, l’intelligenza artificiale, ma non ci accontenteremo mai di un amore artificiale», ha detto monsignor Beschi.
Matera
«La carità non è prima di tutto fare, ma prima di tutto essere. Dio è carità, chiedere la carità è chiedere di essere carità. E Gesù ci insegna la via». Con queste parole, il Vescovo di Bergamo Francesco Beschi ha introdotto i 150 pellegrini partiti lunedì 7 luglio da Bergamo al quarto tema del pellegrinaggio diocesano giubilare: la carità.
Oggi, giovedì 10 luglio, il gruppo ha visitato Matera, la famosa «Città dei Sassi» per poi celebrare la Santa messa nella chiesa-santuario di San Francesco di Paola, fondatore dell’ordine dei Minimi. Nell’omelia il Vescovo Beschi ha evidenziato ai fedeli il bisogno di carità nel mondo, aiutandosi anche con le parole che Papa Francesco ha utilizzato nella lettera enciclica dedicata al Sacro Cuore di Gesù: «Abbiamo inventato il cuore artificiale, l’intelligenza artificiale ma non ci accontenteremo mai di un amore artificiale. Viene da pensare che la società ha tutto, ma sta perdendo il cuore: Gesù è il cuore del mondo. Egli è in grado di dare un cuore a questa terra, di reinventare l’amore dove pensiamo che la capacità di amare sia morta per sempre. Solo questo amore renderà possibile una nuova umanità. Chiediamo il dono della carità».
In pomeriggio la partenza per Roma, dove i pellegrini trascorreranno tutta la giornata di venerdì e sabato. Nella capitale attraverseranno le quattro Porte Sante e, la mattina di domenica 13 luglio, parteciperanno all’Angelus di Papa Leone XIV a Castel Gandolfo, per poi ripartire in direzione Bergamo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA