L’enogastronomia fa crescere il turismo. E gli stranieri superano i visitatori italiani

I DATI. In provincia, nel 2023, arrivi cresciuti del 10,9% e presenze del 16% con circa due milioni di pernottamenti. Per la prima volta i turisti dall’estero sono stati più numerosi dei nostri connazionali.

L’enogastronomia è sempre più un ingrediente trainante per il turismo a Bergamo, che punta ora ad aumentare la permanenza dei visitatori, soprattutto in montagna. È quanto emerso al convegno «Il cibo e lo sviluppo del turismo», organizzato dalla Camera di Commercio di Bergamo nel palinsesto della manifestazione «Agricultura e diritto al cibo».

Due milioni di pernottamenti

«Prendendo come benchmark il 2019 notiamo come l’anno in corso registri in provincia un +10,9% di arrivi e oltre il 16% in più di presenze con circa due milioni di pernottamenti e i turisti stranieri che superano per la prima volta quelli italiani – fa presente Christophe Sanchez, ad di Visit Bergamo –. Il nostro obiettivo consiste nell’esaltare i contenuti che il nostro territorio è in grado di offrire, in modo da venderli come prodotto sia a livello nazionale sia all’estero». Studiare i target di clientela permette di capire le tendenze e offrire servizi su misura, partendo dalle esperienze enogastronomiche sul territorio, sempre più richieste dai visitatori.

L’obiettivo: turisti tutto l’anno

«Se guardiamo al territorio montano, nei primi 8 mesi di quest’anno gli arrivi sono cresciuti del 28% e le presenze del 15% rispetto al 2019 – prosegue Sanchez –. Dobbiamo lavorare per un turismo sostenibile che non sia limitato solo ai mesi estivi. L’obiettivo è allargare i mesi ricettivi e destagionalizzare, considerando che oggi l’occupazione delle camere di montagna è ferma al 20%» . Il visitatore chiede servizi ed esperienze di qualità e apprezza i prodotti del territorio, «come ci conferma – ha ricordato l’ad di Visit Bergamo – il successo dello spazio “Taste & Buy” aperto in aeroporto. Come eredità di Bergamo Capitale della Cultura 2023 rimarranno il cammino e la ciclovia della cultura: ora lavoriamo affinché il turista si trasformi sempre più in un “temporary local”, attirando anche i nomadi digitali per ripopolare i nostri borghi».

Montagna e filiera casearia

L’incontro, moderato da Raffaella Castagnini in rappresentanza della Camera di Commercio di Bergamo, ha visto anche l’intervento di Francesco Maroni, presidente di «Forme», che ha evidenziato come «la montagna necessita di una sostenibilità economica per mantenere i giovani sul territorio. Dobbiamo fare rete per promuovere la cultura della civiltà del latte avvicinando cittadini e visitatori alla filiera lattiero-casearia. Grazie al progetto delle Cheese Valleys promuoviamo una macroarea di 300 Comuni appartenenti a 4 province sulle Orobie, unendo per la prima volta anche sette cooperative con l’obiettivo di un unico ufficio export»

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