L’esperto: «La terza ondata è finita. Le mascherine? Via tra un po’»

Il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo oggi con un ruolo di primo piano nella giunta pugliese di Michele Emiliano (fa l’assessore alla Sanità), ci rassicura: la zona bianca non è lontana e quest’estate (non ora) potremo anche abbandonare le mascherine all’aperto.

Le varianti sono state arginate grazie alla vaccinazione. L’ottimismo avanza insieme alla voglia di lasciarsi alle spalle l’incubo Covid.

Professore, tutti i dati sono ormai positivi. la terza ondata provocata dalle varianti del virus si è ormai spenta?

«Sicuramente sì. Dobbiamo solo stabilire, dal punto di vista puramente tecnico, se quella che abbiamo vissuto è una terza ondata vera e propria o un prolungamento della seconda ondata, che non si era mai chiusa. Abbiamo subito l’esplosione di nuovi focolai dall’autunno all’inverno, che avevamo messo in conto. Conoscevamo i rischi, visto che a settembre non c’era ancora il vaccino».

Quali sono gli elementi che stanno contribuendo ad abbassare la curva del contagio?

«È una combinazione di una serie di fattori partendo dagli elementi stagionali, perché abbiamo verificato che i virus respiratori di questo tipo, come altri simili, hanno comunque un andamento stagionale, per cui circolano di meno quando si comincia a stare all’aperto e aumenta la temperatura. Bisogna prendere in considerazione l’immunità naturale di tutte le persone che si sono infettate (molto più vasta in province popolose come quelle lombarde), l’immunità raggiunta da chi si è vaccinato e il clima che spinge le persone a passare più tempo all’aperto: in queste condizioni il virus non ha trovato più terreno fertile per circolare, dopo che le chiusure hanno contenuto la diffusione nei mesi precedenti».

Siamo pronti per il passaggio alla zona bianca?

«Se continuiamo a vaccinare con questo ritmo, credo che sia poco probabile una ripresa della circolazione virale».

Ci siamo preoccupati molto per le varianti: prima quella inglese, poi la sudafricana, quindi l’indiana. Siamo riusciti a contenerle? C’è il rischio di nuovi focolai?

«Le varianti che noi conosciamo possono essere arginate dalla vaccinazione. I vaccini che stiamo utilizzando in Italia ci rendono immuni anche alle varianti che abbiamo conosciuto fino ad oggi. I pazienti che si vaccinano sono protetti da tutte le varianti in circolazione in questo momento: sto affermando una cosa provata scientificamente. Questo non vuol dire che non dobbiamo continuare a monitorarle e a studiarle attraverso le persone che si sono vaccinate e attraverso chi ha avuto la malattia. L’osservazione e gli approfondimenti devono essere continui».

All’inizio si pensava che alcuni vaccini non fossero efficaci contro le varianti, ora cosa è cambiato?

«La verità è che gli studi e le evidenze scientifiche ci dicono che tutti i vaccini, incluso Astrazeneca, sono efficaci contro la variante indiana e inglese».

L’Europa non ha rinnovato il contratto con Astrazeneca…

«Io so che esistono dei problemi di natura giuridica, si tratta di problemi contrattuali complessi».

Dovremo ripetere la vaccinazione per tenere alla larga il Covid anche il prossimo anno?

«È troppo presto per dirlo perché non conosciamo con certezza la durata dell’immunizzazione di questi vaccini».

In Italia non ci dedichiamo alle indagini genomiche come in Gran Bretagna: è un problema nel monitoraggio dell’evoluzione del virus mutante?

«L’Inghilterra è un caso a parte, direi unico nel mondo, con quella grande capacità di sequenziare. In Italia sicuramente possiamo fare di più, ma non ci discostiamo tantissimo dagli standard europei».

Quando torneremo al chiuso, il prossimo autunno, buona parte della popolazione sarà immune?

«Se non avremo sorprese dal punto di vista virologico, se non dovessero esserci mutazioni particolari e anomale, potremo vivere una stagione autunnale molto tranquilla».

Una volta raggiunta l’immunità di gregge, il Covid sarà come l’influenza?

«Diventerà una malattia endemica, ma comunque, come succede per l’influenza, ci potranno essere delle persone più fragili o non vaccinate che saranno più a rischio e potranno contrarre le polmoniti, come avviene ogni anno per tanti altri virus che causano questi problemi. Comunque ci lasceremo alle spalle l’incubo delle terapie intensive sature».

Quando potremo toglierci la mascherina almeno all’aperto?

«Oggi ritengo di no, dobbiamo aspettare ancora un poco: quest’estate potrebbe accadere. Forse passeremo un’estate più normale, con i locali da ballo aperti. Ci vuole gradualità e prudenza, ma il peggio è alle spalle».

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