L’età media dei contagiati scende a 33 anni. Green pass, i giovani prenotano il vaccino

Sono i più giovani a fare da traino per «l’effetto green pass»: le prenotazioni per le vaccinazioni effettuate hanno visto una crescita soprattutto nella popolazione tra i 20 e i 29 anni.

Sono i più giovani a fare da traino per «l’effetto green pass»: le prenotazioni per le vaccinazioni effettuate da quando è stato annunciato l’obbligo di certificato verde per diverse attività al chiuso e da quando poi, il 6 agosto, è entrato in vigore, hanno visto una crescita soprattutto nella popolazione tra i 20 e i 29 anni. Lo dicono anche i numeri dell’Ats di Bergamo: analizzando, infatti, le prenotazioni effettuate dal 7 luglio fino 9 agosto si scopre che i picchi maggiori sono stati registrati tra il 22 e il 23 luglio (all’annuncio dell’arrivo del green pass, con rispettivamente 5.021 e 7.794 prenotazioni), ma anche nei giorni successivi la tenuta delle prenotazioni è ragguardevole: il 27 luglio per esempio si è a quota 4.202, per arrivare a 2.642 del 6 agosto.

La media, rimarca Arrigo Paciello, responsabile del Servizio farmaceutico dell’Ats di Bergamo, è attestata ora tra le 1.500 e 2.000 prenotazioni al giorno. Emerge, in ogni caso, che per quanto riguarda le prenotazioni dal 7 luglio al 9 agosto il 32% è per persone sotto i vent’anni, il 19% tra i 20 e i 29 e un altro 19% tra i 30 e i 39. L’«effetto green pass» non si è sentito invece proprio in quella fascia d’età che è considerata molto a rischio e per la quale si sta cercando in ogni modo di arrivare a raggiungere i meno convinti: ovvero tra i 50 e i 59 anni (solo il 10% di prenotazioni) e i 60-69 anni (il 2%). «In realtà, sono le persone che corrono più rischi, e lo si dice da tempo, ma non riscontriamo un grande effetto sulle prenotazioni, neppure con l’istituzione del green pass – rimarca Lucia Antonioli, direttrice del Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria dell’Ats di Bergamo – . I giovani, invece, hanno risposto molto bene. Ed è un dato positivo che le popolazioni più giovani corrano a proteggersi: l’età dei nuovi contagiati è sempre più bassa, e sono proprio loro che, pur essendo asintomatici, o con sintomi lievissimi, contribuiscono poi alla diffusione del virus. È fondamentale capire che con la variante Delta la diffusione del virus è molto più rapida, la contagiosità di questa mutazione del virus è elevatissima. Per ora, per fortuna, non abbiamo segnalazioni di altre varianti in Bergamasca : i 13 casi di Lambda individuati in Italia al momento non ci riguardano, E, ricordiamolo, il vaccino protegge dalla malattia importante, evita i ricoveri, ma può capitare, e lo vediamo ormai anche qui in Bergamasca, che ci siano casi di persone che o con una sola dose, ma anche con due possano reinfettarsi. Si tratta di casi in cui i sintomi, se ci sono, sono davvero lievi, un raffreddore, qualche giorno di febbre, ma la negativizzazione dei casi positivi, e anche dei loro contatti si ha molto lentamente, ben oltre i 10 giorni della quarantena prevista. Quasi il 90% dei positivi da variante Delta ormai non è ancora negativo neppure dopo tre settimane dal primo tampone. Segno che la carica virale di questa variante è molto elevata. Proseguire quindi con la campagna vaccinale diventa fondamentale, in primo luogo per le persone delle fasce d’età più a rischio ma temo che questo sia uno “zoccolo duro” di irriducibili, e poi tra i giovani, tra gli studenti: l’apertura delle scuole è dietro l’angolo».

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