Lombardia, balzo di Omicron 4 e 5: «In Lombardia si attesta sul 40%»

L’intervista Claudio Farina, direttore della Microbiologia del «Papa Giovanni»: in un solo mese passati dallo 0,9% al 40% in regione. E a Bergamo a maggio non c’erano casi, ora siamo al 25%».

Una capacità di infettare molto più veloce delle «sorelle» Omicron Ba.1 e Ba.2: le 4 e 5 in un solo mese stanno facendo rialzare i contagi in Italia, in Lombardia e a Bergamo. Cosa ci si deve aspettare? Lo spiega Claudio Farina, direttore della Microbiologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Qual è la diffusione delle varianti Omicron 4 e 5?

«Partiamo dal mese scorso. I risultati dell’indagine rapida - la quick survey - coordinata dall’Istituto superiore di Sanità con il ministero della Salute, le Regioni e le Province Autonome e la Fondazione Keller ed effettuata all’inizio di maggio in Italia per stimare la prevalenza delle Voc, Variant of Concern, cioè Variante di Preoccupazione del virus Sars-CoV-2 aveva evidenziato che in Italia circolavano quasi solo la Omicron Ba.1 (era il 3,5%) e Ba.2 (era il 93,8%). Omicron Ba.4 e Ba.5 insieme costituivano meno dello 0,9%, e nella Bergamasca non abbiamo registrato neanche un caso. Erano ancora considerate Voi, cioè Varianti di Interesse da monitorare con attenzione, non ancora Varianti di Preoccupazione. Ma ora la situazione è, in effetti, cambiata».

Quanto è pericolosa Omicron 5?

«Non è semplice dirlo. Credo ci siano due aspetti da considerare. Il primo: certo, è molto pericolosa perché è molto contagiosa, insomma, diffonde rapidamente. Lo dicono i numeri, anche se, certo, i numeri non dicono tutto. Anche perché il numero delle diagnosi eziologiche confermate dipende dal numero di tamponi che viene fatto ( molto meno che in altri periodi), da come i tamponi vengono eseguiti, da quanti risultati sono registrati (oggi assistiamo a una sotto-notifica delle positività per i tanti tamponi autosomministrati o anche non eseguiti). Si dice che dare i numeri sia pratica non sempre auspicabile: ma è indubbio che la lettura attenta dei numeri di oggi indichi in modo incontrovertibile che assistiamo a un nuovo aumento dei casi: a Bergamo, in Lombardia, in Italia, in Europa. Stanti i limiti che ultimamente hanno i numeri di questa infezione, bisognerà ricominciare a studiarli senza banalizzarli e, soprattutto, a bene interpretare almeno quelli il cui valore è indubbio: i casi registrati tra gli anziani e i fragili, il volume dei ricoveri e dei ricoveri in Terapia Intensiva, la quota dei decessi. Il secondo aspetto: Omicron 5 è pericolosa perché dà malattia più grave? Non si sa, ma parrebbe di no. Anche perché Omicron 5 incontra persone che già conoscono il virus per essere già state infettate o perché vaccinate».

I vaccinati possono dirsi ancora al sicuro?

«Il vaccino ha fatto, e fa, la differenza. Se siamo vaccinati possiamo ritenerci al sicuro? Il mantra del vaccino era, all’inizio del 2021 quando sono partite le campagne vaccinali, che non avrebbe eliminato la trasmissibilità del virus ma protetto dalle complicanze più gravi dell’infezione, dal ricovero in ospedale o in Terapia Intensiva e, poi, dalla morte: questo è vero anche oggi. Certo, il vaccino non protegge in modo assoluto, soprattutto per le nuove varianti e per Omicron in particolare dalla reinfezione: ma i sintomi sono più sopportabili. Certo, se aumentano i casi e diventano “grandi numeri” non si può escludere che aumentino anche i casi di Covid clinicamente più gravi».

Quindi il rischio che ci sia una nuova ondata, anche prima dell’autunno, come già in altri Paesi, è reale.

«Questa variante è tanto veloce che guadagna spazi con grande rapidità. Se continua così non si può neanche escludere un’ondata nei mesi estivi. È successo in Portogallo, sta succedendo in Germania dove il numero dei casi è raddoppiato in sette giorni. È la tendenza che accomuna tutti. Il rischio non è da sottovalutare. Si dice che si impara dal passato: questa è la terza estate, ricordiamoci dei due autunni precedenti, e il virus era più lento».

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