L’ondata di caldo: «A Bergamo allerta arancione»

La Lombardia tra le zone più a rischio secondo il bollettino del ministero della Salute.

Ci aspettano almeno altri 7-10 giorni di caldo insopportabile, intenso e persistente anche nelle ore notturne. Il bollettino del ministero della Salute ha riempito di bollini arancioni (allerta 2 su una scala di 3) gran parte del Nord Italia, soprattutto la Lombardia, il Veneto occidentale e l’Emilia Romagna, con la provincia di Bergamo nel pieno della bolla di calore: ieri 35 gradi di massima - che hanno confermato il bollettino delle ondate di calore del ministero -, destinati però a salire ulteriormente nei prossimi giorni, arrivando - secondo le previsioni - a sfiorare i 40 gradi.

Le contromisure per sopportare la canicola ed evitare malori, che nella peggiore delle ipotesi potrebbero causare svenimenti e cadute nelle persone più fragili - con rischi anche seri per la salute - sono quelle che tutti conoscono, «ma è necessario ricordarsi di rispettarle», avvertono gli esperti. Al momento la situazione è sotto controllo, sia nei pronto soccorso - a partire da quello del Papa Giovanni dove non si è registrata alcun afflusso anomalo - che in farmacia, ma l’allerta è alta e si rafforzerà ulteriormente all’inizio della settimana. Nei quattro presidi dell’Asst Bergamo Est (Seriate, Alzano, Lovere e Piario), il personale si è organizzato per rafforzare i turni di lavoro, soprattutto nei weekend, quando l’afflusso di persone statisticamente si alza. Tra i medici di base l’attenzione è rivolta soprattutto ai pazienti più fragili: le richieste di aiuto stanno crescendo con il passare dei giorni e la previsione è che possano aumentare ancora. L’appello che arriva sia dai medici di famiglia che da quelli che lavorano in pronto soccorso è di evitare di correre in ospedale in caso di malori dovuti al caldo, per non rischiare di creare inutili sovraffollamenti.

«Abbiamo riorganizzato i turni, tenendo conto sia del caldo che dei turisti che affollano la zona del lago d’Iseo e della Valle Seriana – dice Filippo Manelli, direttore del Pronto Soccorso dell’Asst Bergamo Est –. Non abbiamo però la possibilità di aumentare l’offerta in maniera proporzionale rispetto alle richieste. Andare in pronto soccorso per malori dovuti al grande caldo, non significa necessariamente avere un servizio migliore, anzi: i tempi di attesa potrebbero allungarsi. Il pronto soccorso è l’unico reparto dell’ospedale che offre lo stesso servizio tutti i giorni dell’anno, ma nonostante questo nei fine settimana si fa fatica a rispondere a quello che sembra più un assalto alla diligenza». Dunque, se non è proprio indispensabile è meglio non andarci. La stessa raccomandazione arriva dal presidente dell’Ordine dei Medici, Guido Marinoni: «Le persone dovrebbero innanzitutto imparare a gestirsi meglio – dice –, evitando il rischio di disidratazione, bevendo tanto e regolando al meglio i condizionatori. Poi, in caso di malore, è sempre bene rivolgersi prima al proprio medico: non c’è ragione di andare in ospedale. Nella maggior parte dei casi una telefonata al medico può bastare per avere le rassicurazioni che servono e risolvere tantissimi problemi. Nel fine settimana ci si può rivolgere alla guardia medica e ai medici delle continuità assistenziali diurne».

Il decalogo

Il decalogo dei consigli da seguire è sempre lo stesso: bere di frequente, ripararsi dal sole, evitare cibi grassi, bevande alcoliche e gasate, mangiare tanta frutta e verdura, non uscire negli orari più caldi e fare attenzione all’utilizzo dei condizionatori. Insomma i soliti consigli, ma che molto spesso si rischia di dimenticare o di sottovalutare, proprio nei momenti in cui andrebbero seguiti alla lettera. E a farne le spese, quando succede, sono soprattutto gli anziani. «Ma non soltanto loro – puntualizza Manelli –. Chi soffre, per esempio, di gastrite o gastroenterite con il caldo tende a disidratarsi più facilmente. Le persone, sia giovani che anziane, che hanno questi problemi, tendono a compensare con più difficoltà e anche di fronte a situazioni che normalmente si risolvono facilmente, si ritrovano ad avere problemi più seri. Chi ha la pressione bassa, poi, in caso di disidratazione tende a non reggersi in piedi, a svenire e a cadere a terra, con conseguenze che possono essere gravi per le persone più fragili».

Questi ultimi, oltre ad essere più esposti alle eventuali complicanze di malori causati dal gran caldo, sono anche i pazienti più noti ai medici di famiglia. «Capita di ricevere chiamate o di visitare queste persone che si ritrovano con alterazioni dei valori di pressione, soprattutto se assumono già delle terapie – spiega Mirko Tassinari, medico di base e segretario provinciale Fimmg –. La prossima settimana, con l’ulteriore aumento delle temperature previsto, la situazione andrà monitorata con più attenzione ancora, sia dal punto di vista sanitario che sociale. È in queste situazioni infatti che le persone anziane tendono a isolarsi ancora di più. A volte noi medici andiamo a visitarle a domicilio e le troviamo con le finestre chiuse, perché è l’unico modo per tenere gli ambienti di casa più freschi, in mancanza di un condizionatore».

Attenzione ai bambini

E poi ci sono i bambini: «Non siamo certo in una fase di allarme – dice Luigi Greco, pediatria –, ma le precauzioni vanno prese: i bambini come gli anziani si dimenticano di bere, hanno quindi necessità di avere accanto degli adulti che si preoccupino di ricordarglielo. Per quanto riguarda l’esposizione al sole, va fatta con le dovute precauzioni per evitare scottature, soprattutto sotto i 2 anni, e i colpi di calore. I ragazzi sono presi dal gioco, per questo gli adulti devono vigilare, perché stiano il più possibile all’ombra e si riparino con canottiere e cappellini».

Intanto nelle farmacie, come ogni estate, è iniziata la corsa ai sali minerali: «Più che agli anziani, ai quali non li consigliamo – dice Ernesto De Amici, presidente dell’Ordine dei farmacisti –, servono a chi è costretto a lavorare in ambienti caldi o direttamente sotto il sole, oppure ai ragazzi dei Cre che giocano all’aperto per gran parte della giornata». «Le persone anziane - conclude De Amici - devono piuttosto ricordarsi di bere e di non uscire negli orari più caldi, ma abbiamo già notato che in questi giorni, la loro presenza in farmacia si concentra nelle prime due ore d’apertura al mattino e poi dopo le 18».

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