
Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 10 Ottobre 2025
Malore durante l’immersione in Sardegna: cordoglio per il sub Luca Pedrali
IL LUTTO. Il 59enne bresciano, un vero esperto, faceva parte di una missione esplorativa: inutile l’intervento dei soccorritori. Fu tra i primi a contribuire all’esplorazione dell’Abisso Bueno Fonteno.
Un grande appassionato dell’avventura, un campione dei record e delle sfide impossibili. Così era Luca Pedrali, speleosub bresciano morto il 9 ottobre durante un’immersione nella grotta di Su Gologone, nel comune di Oliena (Nuoro). Aveva 59 anni. Solo pochi mesi fa, il giorno del suo compleanno, aveva scritto su Facebook: «Chi mi conosce sa che amo le sfide, non mollo mai e nei prossimi mesi darò ancora prova delle grandi motivazioni che ho dentro di me».
La tragedia si è consumata nella mattinata di giovedì nelle profondità della risorgente sarda, già teatro nel 2010 di un altro incidente mortale. Pedrali faceva parte di una squadra impegnata in un’immersione esplorativa a circa 100 metri di profondità. Secondo le prime ricostruzioni, avrebbe accusato un malore mentre risaliva, riuscendo tuttavia a riemergere con le ultime forze. Una volta fuori dalla grotta le sue condizioni si sono aggravate e ogni tentativo di rianimarlo è stato inutile. Sul posto sono intervenuti i tecnici del Soccorso alpino e speleologico, i Vigili del fuoco, la Polizia e il 118.
La notizia ha scosso tre comunità del Bresciano: Chiari, dove era nato e cresciuto; Castelcovati, dove aveva vissuto a lungo; e Salò, dove si era trasferito con la moglie Nadia e dove faceva parte del Gruppo dei Volontari del Garda. Pedrali era molto conosciuto anche in Bergamasca perché fu tra i primi a esplorare l’Abisso di Bueno Fonteno.
Pedrali era un nome conosciuto nel mondo delle immersioni profonde. Nel 2014 aveva raggiunto i 1.358 metri di profondità in una grotta della Garfagnana, mentre nel 2017 si era confermato “re degli abissi” scendendo a 264,8 metri sotto il livello del lago di Garda. Le sue imprese gli valsero nel 2015 il riconoscimento civico dell’Amministrazione di Chiari, che lui dedicò alla moglie Nadia.
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