Maturità, gli studenti bergamaschi bravi ma non bravissimi: penultimi per i 100

I risultati Solo il 6,4% dei 9mila bergamaschi ha ottenuto il massimo dei voti, l’1,6% con lode. La fascia più rappresentata ha preso tra il 71 e l’80. Il provveditore Vincenzo Cubelli: «Coerenza delle valutazioni».

Professori di manica stretta o studenti poco brillanti? I risultati della Maturità 2022 - resi noti dal ministero dell’Istruzione e aggiornati al 20 luglio - restituiscono una fotografica della scuola bergamasca non proprio da prima pagina. Uno studente su tre si colloca nella fascia dei voti tra 71 e 80 e il 24,7% tra il 61 e il 70, mentre la nostra provincia è penultima in Lombardia per i 100 ottenuti. Solo l’1,6% dei 9mila ha meritato la lode.

Il provveditore Vincenzo Cubelli, però, invita a non cadere nella trappola di una lettura superficiale dei dati. Usando la «curva di Gauss», che restituisce una corretta verifica delle valutazioni, «il fatto che la percentuale più ampia degli studenti abbia una media tra il 7 e l’8 è indice di una valutazione statisticamente coerente. Piuttosto l’eccesso di insufficienze o di voti apicali sarebbe indice di incoerenza o motivo di analisi», spiega il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale. Il riferimento, decisamente non casuale, è al dibattito di questi giorni sulla differenza dei risultati tra istituti del Nord e istituti del Sud. Guardando in particolar modo il numero di 100 e 100 e lode, si osserva che il punteggio massimo – con o senza lode – è stato ottenuto dal 19,4% degli studenti della Calabria, dal 18,3% della Puglia, dal 13,8% della Sicilia e dal 15,8% dell’Umbria. Al fondo della classifica ci sono la Lombardia con l’8,2%, il Friuli Venezia Giulia con il 9,7%, Piemonte e Veneto con il 9,8%.

«Il fatto che la percentuale più ampia degli studenti abbia una media tra il 7 e l’8 è indice di una valutazione statisticamente coerente. Piuttosto l’eccesso di insufficienze o di voti apicali sarebbe indice di incoerenza o motivo di analisi»

Il provveditore, però, anche qui indica il corretto criterio: «Piuttosto che considerare la valutazione assoluta, è bene mettere in relazione l’esito delle prove Invalsi e quello dell’esame di Stato. In Lombardia i dati coincidono con una situazione positiva in entrambi i casi, e restituiscono quindi una situazione apprezzabile. Una coerenza che è indice di un buon lavoro fatto in fase di apprendimento e di valutazione. In particolare restituiscono la capacità dei docenti di essere all’altezza del compito loro assegnato». Nelle regioni del Mezzogiorno, invece, c’è una forbice: ai test Invalsi (standardizzati e somministrati in maniera identica in tutta Italia) spesso gli studenti sono in media sotto al livello minimo richiesto, mentre alla maturità (che varia da classe a classe) i voti s’impennano verso l’alto.

I punteggi massimi

Anche il dato bergamasco - penultimi tra le province lombarde per i 100 ottenuti, con Lodi (8%) e Cremona (7,6%) primi della classe e Como fanalino di coda (5,4%) - va quindi contestualizzato. «Innanzitutto i numeri vanno letti in una sequenza storica, e non credo che ci siamo sempre piazzati penultimi – precisa Cubelli –. Una rondine non fa primavera, e il dato non va assunto come una condizione medio-bassa degli studenti bergamaschi». Ci sono delle spiegazioni contingenti, «ad esempio il fatto che negli ultimi quattro anni ci siano stati quattro esami di Stato con formule diverse: novità che richiedono tempi di adattamento e che incidono sui risultati». I «secchioni» comunque si concentrano nei licei: al liceo Europeo la percentuale più alta di 100 e lode (16,7%), seguito dal Classico (5,1%) e dallo Scientifico (3,8%). Negli istituti tecnici no si sfora il tetto dello 0,3% (al professionale settore servizi). Come si diceva, la distribuzione per fasce di voti vede il 29,9% degli studenti (in pratica uno su tre) uscire dalle scuole superiori con un voto tra il 71 e l’80, il 24,7% tra il 61 e il 70. e il 20,4% tra l’81 e il 90. Solo il 4,4% della platea ha preso la sufficienza (60/60) e il 12,7% una votazione tra il 91 e il 99.

Il bilancio

Il bilancio della Maturità 2022, secondo il provveditore, è comunque positivo. «Tutto si è svolto in un clima sereno per gli studenti e secondo le regole», commenta, citando anche il lavoro dell’équipe di dirigenti tecnici e dirigenti scolastici delle scuole superiori (cinque persone in tutto) che durante le prove hanno girato le scuole per verificare che tutto si svolgesse correttamente. Non risultano anomalie né tantomeno ricorsi. «Non sono emersi comportamenti non idonei. Le segnalazioni sono state di routine e prontamente risolte», rileva Cubelli, ora alle prese con l’organizzazione del rientro a scuola a settembre.

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