Medici di base, arriva il «maxi bando»: a Bergamo e provincia 78 i posti vacanti

ASSISTENZA PRIMARIA. In tutta la Lombardia sono 1.435 le posizioni da coprire. Per l’area dell’Asst Papa Giovanni 16 incarichi disponibili, per la Bergamo Est 20, per la Ovest 42. Marinoni (Ordine): «Serve una programmazione».

Dalle valli alla pianura, passando per la città e l’Hinterland, scorre la geografia delle carenze della medicina di territorio. Con un obiettivo: provare a colmarle, almeno in parte. Nei giorni scorsi è stato pubblicato il bando regionale per gli «incarichi vacanti di assistenza primaria», in sostanza il bando per cercare medici di medicina generale per quei territori sguarniti. È lungo, quest’elenco, perché abbraccia tutta la Lombardia e conta in totale 1.435 posizioni vacanti. In provincia di Bergamo sono «solo» 78, in proporzione meno che nel resto della regione (a Milano si supera quota 500), ma con fabbisogni differenti a seconda delle porzioni della provincia: per il territorio dell’Asst Bergamo Ovest gli incarichi vacanti sono 42, per il territorio dell’Asst Bergamo Est i posti a bando sono 20, per il territorio dell’Asst Papa Giovanni ci sono 16 «buchi». Il bando si chiude il 9 aprile, poi scatterà la fase di vaglio delle candidature. Il bando è esteso anche agli incarichi vacanti di pediatria di libera scelta, con numeri però ben più contenuti: sono in tutto «solo» 9 le posizioni vacanti in Bergamasca.

La mappa

La documentazione del bando fornisce uno spaccato puntuale sulle necessità di camici bianchi. Guardando agli ambiti con più posti disponibili (cioè ai raggruppamenti di comuni dove ci sono più carenze di medici di base), nel territorio dell’Asst Bergamo Ovest in testa c’è l’ambito che comprende Covo, Fara Olivana con Sola, Antegnate, Isso, Barbata e Fontanella: lì i posti disponibili sono 5. Sono poi 4 i posti disponibili per l’ambito di Bottanuco, Brembate, Capriate e Filago.

Per l’Asst Bergamo Est gli ambiti più carenti sono quello che comprende Castione della Presolana, Rovetta, Cerete, Onore, Fino del Monte e Songavazzo e quello composto da Trescore, Cenate Sopra e Sotto, San Paolo d’Argon, Entratico, Luzzana, Zandobbio, Carobbio e Gorlago: per ciascuna area, i posti scoperti sono due.

Giocoforza, anche per una questione demografica, è attorno alla città – territorio che afferisce all’Asst Papa Giovanni – che ci sono più posti disponibili. L’ambito che comprende Bergamo, Ponteranica, Sorisole, Torre Boldone, Gorle e Orio al Serio ha infatti 10 posti disponibili, e sono indicati anche alcuni «vincoli di apertura»: 2 a Sorisole, 2 nel quartiere Valtesse/Monterosso, uno in Città Alta, uno a San Tomaso/Colognola, uno al Villaggio degli Sposi, uno a Borgo Palazzo, uno a San Paolo, uno in Borgo Santa Caterina; i medici che accetteranno quell’ambito, in sostanza, dovranno aprire l’ambulatorio in quelle zone precise.

Il tema dell’attrattività

«Gli ambiti pubblicati nel bando, come sempre accade – precisa Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo –, non sono la fotografia di tutte le carenze, ma sono orientati a portare i medici a scegliere quei territori dove ci sia più necessità». Il tema è il solito: l’«attrattività», ribadisce Marinoni, che si lega «alla capacità di programmazione». «Ci sono situazioni in cui i sindaci vorrebbero ancora un medico per ogni comune – prosegue Marinoni –. Nella situazione attuale, però, la strada è quella di provare a dar vita a strutture più centralizzate, con 3-4 medici presenti e dotate dei servizi necessari: queste condizioni potrebbero rendere più attrattive le aree interne. Serve programmazione, potenziamento della telemedicina, attenzione ai trasporti».

Corsisti e pensionamenti

A questo primo bando – nel corso dell’anno ne vengono pubblicati solitamente tre, il prossimo dovrebbe essere a giugno – non potranno partecipare i corsisti, cioè i medici che stanno seguendo il corso triennale che al termine li abiliterà come «titolari», ma solo chi ha già ottenuto il titolo. «Mi aspetto una partecipazione poco numerosa a questo bando, perché molti dei corsisti che hanno conseguito negli ultimi mesi il titolo erano già titolari di ambito – commenta Ivan Carrara, segretario della Fimmg Bergamo, sindacato dei medici di famiglia –. Occorre sperare in trasferimenti da fuori regione o provincia, anche se sono sempre meno numerosi perché l’attrattività della professione nella nostra regione è in grosso calo. Attualmente in Bergamasca ci sono più di 30.000 pazienti senza medico di famiglia, e questo numero è destinato ad aumentare nei prossimi mesi, visti i diversi pensionamenti per limiti di età in arrivo. Ripongo invece speranza nella successiva apertura del bando ai medici in formazione, che potrebbero dare una grossa mano arrivando ad assistere fino a 1.000 pazienti per i primi due anni ed eventualmente 1.500 nel terzo. Parliamo di numeri esigui, ma potrebbero dare una boccata di ossigeno».

L’impegno delle Asst

Ormai da inizio anno, i dipartimenti di Cure primarie – le strutture dedicate al coordinamento della medicina di territorio – sono passati in capo alle Asst, e non più alle Ats. Ora il banco di prova del bando. «I bandi e i relativi posti sono per la copertura totale, massima, in base a criteri predefiniti – precisa l’Asst Papa Giovanni –. Infatti questo non significa che i cittadini residenti in questi territori siano attualmente scoperti, cioè senza medico di base. Grazie alla disponibilità degli altri medici di medicina generale, che hanno accettato di aumentare il numero di pazienti seguiti, al momento è coperto tutto il fabbisogno, con l’eccezione di una quota residua di 400 pazienti del Distretto delle Valli che potranno, in caso di necessità, rivolgersi agli Ambulatori medici temporanei. È però un dato sovrastimato, perché in molti casi si tratta di lavoratori a termine nella zona o di parenti ospiti, quindi non necessariamente di residenti nella zona».

Il tema della medicina territoriale, sottolinea l’Asst Bergamo Est in una nota, «è tra quelli prioritari su cui l’azienda si sta concentrando. La complessità è legata alla carenza di medici su tutto il territorio provinciale. Sono state messe in campo soluzioni emergenziali straordinarie, con l’attivazione degli Ambulatori diffusi prima e degli Ambulatori medici temporanei (Amt) poi, fino all’aumento dei massimali su base volontaria a 1.800 pazienti. Si auspica che questo nuovo bando possa portare risposte concrete».

Un bando che, si sottolinea dall’Asst Bergamo Ovest, è il risultato di un lavoro complessivo svolto a livello provinciale da parte di Ats, Asst e organizzazioni sindacali dei medici che ha utilizzato su tutta la provincia i medesimi criteri per identificare gli ambiti carenti. L’attività svolta viene valutata in modo positivo soprattutto perché ha visto un impegno proficuo da parte di tutti gli attori coinvolti e in una fase di passaggio di competenze delle Cure primarie dall’Ats alle tre Asst».

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