Medici di famiglia, è emergenza: sono 609 in tutta la provincia, dal 2018 «persi» 71 dottori

Rispetto alla popolazione ne servirebbero 729, ne mancherebbero dunque 120. Ats ha avviato confronti per assicurare la copertura a tutti.

Chiamarla emorragia significa guardare al tema con discreto ottimismo. Il calo dei medici di base attivi nel territorio bergamasco oggi è drastico: lo dicono i dati, lo dice Ats, lo dicono i medici stessi, i sindaci e anche i pazienti. Settantuno quelli complessivamente «persi» dal 2018 a oggi hanno portato a una situazione provinciale che vede l’assenza di un medico su cinque. Con conseguenze sui pazienti e anche sui colleghi, che oggi seguono 1.500 pazienti ognuno, ma che potrebbero vedersi alzato il tetto massimo di assistiti fino a 1.800 e 2.000. Se una volta il problema riguardava soprattutto le aree di montagna, dove il numero esiguo di medici va incrociato anche con i chilometri da percorrere per fare le visite, oggi il tema della carenza di Medici di Medicina Generale (MMG) riguarda, indistintamente, tutta la provincia. In totale, oggi, i medici che prestano servizio sono solo 609. Un dato in forte calo negli ultimi anni: basti pensare che nel 2018, pre pandemia, il numero si attestava sulle 680 unità. Anche allora si trattava di un numero inferiore al fabbisogno, che secondo un dato aggregato fornito da Ats si attesta in 766 unità.

Per ottenere il dato relativo alla disponibilità ideale suddiviso per Ambito territoriale, si è preso in considerazione per ogni comune della Bergamasca il dato Istat della popolazione residente maggiore di 14 anni al primo gennaio (per i bambini e i ragazzi con meno di 14 anni ci sono i pediatri, che in provincia di Bergamo sono attualmente 135, ndr). Tale dato, seguendo le indicazioni di Ats, è poi stato diviso per 1.300, il numero di pazienti che, teoricamente, ogni medico di medicina generale potrebbe seguire. Si arriva così ad un risultato di 729 medici totali. C’è una forbice quindi tra il dato individuato attraverso questo calcolo, fatto con l’obiettivo di “pesare” la carenza di medici nei singoli ambiti territoriali, e il dato ufficiale fornito da Ats: questo accade anche perché, oltre al dato demografico, il numero di medici per la provincia varia anche in relazione a questioni contrattuali. Quello che emerge è che in alcuni ambiti manca fino al 20% dei medici rispetto ai posti disponibili. Le aree con una copertura migliore sono il Basso Sebino e di Grumello, nelle valli le percentuali si attestano tra il 12 e il 14% e negli ambiti più «urbani» tra il 16 e il 20%. In pianura e nell’area di Seriate il deficit più significativo, sopra il 20%.

Il dato ufficiale complessivo fornito da Ats invece è di 766 medici di medicina generale, uno scarto di 157 medici rispetto a quanti a oggi lavorano nella provincia orobica. «La Bergamasca ha sempre avuto una media di 660 medici di medicina generale - sottolinea Massimo Giupponi, direttore generale di Ats Bergamo - il numero massimo dovrebbe essere 766 (sulla base del mix tra i contratti sottoscrivibili per le previsioni dell’accordo collettivo nazionale e la numerosità della popolazione), ma è un traguardo che non si è mai raggiunto e, storicamente, si attestano appunto sulla cifra di 660. Il delta tra 609 e 660 è da attribuire, come noto, all’elevato numero di pensionamenti (alcuni legati anche alla situazione Covid per la quale alcuni medici hanno lasciato prima rispetto al limite massimo dei 70 anni) e alla difficoltà di ricambio generazionale (da ascrivere alle note mancanze di corretta programmazione nazionale e regionale)».

Riguardo al prossimo futuro i segnali sono poco confortanti. Ats non conosce con esattezza le date di futuri pensionamenti dei medici, ma dalle segnalazioni dei sindaci, sembra che la situazione non potrà far altro che peggiorare.

«Siamo alle prese con una carenza gravissima di medici - fa sapere Ats Bergamo in una nota -. È necessario rivedere il modello organizzativo a livello nazionale e regionale. La nota positiva viene dal fatto che il Dipartimento di Cure Primarie di Ats Bergamo lavora incessantemente perché nessun cittadino e nessuna cittadina restino senza copertura. Le modalità attraverso le quali riesce a fare ciò sono diverse e ne sono allo studio di nuove che appena possibile saranno comunicate. Una delle modalità è costituita dai tavoli tecnici cui partecipano i sindaci, rappresentanze delle Asst, dei MMG e dei farmacisti per tenere monitorate le diverse situazioni, cogliere per tempo le eventuali emergenze e condividere le soluzioni».

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