«Migliaia di raccomandate ferme»
Posta, segnalazioni in tutta la provincia

L’arretrato più consistente a Sarnico, ma anche Ponte San Pietro e Treviglio. La Cgil conferma: «Situazione preoccupante». Ma l’azienda rassicura: «Si torna alla normalità».

Il bello di una raccomandata: basta una firmetta sul palmare del postino, e t’arriva direttamente a casa. O no? Qualcosa deve essere andato storto, ultimamente, nel servizio postale della nostra provincia. Ci sono decine di cittadini infuriati perché, quella raccomandata che sul sito internet di Poste Italiane è data in giacenza all’ufficio postale da giorni, a casa proprio non arriva.

E allora ecco che un anziano signore di Sarnico se ne va, indispettito, all’ufficio di via Crodarolo: la raccomandata tocca andare a ritirarla di persona, pure sbottando, perché se la montagna non va da Maometto... Oppure quella coppia di Ponteranica che, delle lettere di richiamo per le vaccinazioni del figlioletto che avrebbero dovuto arrivare per posta, manco l’ombra: il postino non ha (mai) suonato, e così i genitori sono andati all’Ats senza aspettare l’avviso.

Si potrebbe andare avanti, ma il copione – più o meno – è lo stesso: la posta, pare, non arrivi. Lo denunciano i cittadini della provincia, ma lo denunciano (o meglio, lo gridano) i rappresentanti della Cgil. Secondo il sindacato gli uffici postali orobici sarebbero sommersi di posta non consegnata: lettere, giornali, riviste, pubblicità, ma – soprattutto – raccomandate, accumulate nei principali centri postali e mai recapitate. I sindacalisti si spingono oltre e snocciolano cifre. Eccole: nell’ufficio postale di Sarnico ci sarebbero, suppergiù, 1.000 raccomandate ferme, 100 chili di lettere accatastate, e qualcosa come un’ottantina di cassette gialle di posta ordinaria – per capirci, cassette grandi quanto quelle delle arance – inevasa. Va molto peggio, sempre secondo la Cgil, a Treviglio e a Ponte San Pietro: dove le raccomandate non consegnate sarebbero all’incirca tremila e addirittura, nel caso di Ponte, settemila. Sempre per rimanere nel capoluogo dell’Isola, ci sarebbero anche 1.000 chili di posta ordinaria – stampe, riviste, pubblicità – e 100 chili di lettere mai recapitate. E nel Cdc (Centro di distribuzione complessa) di Bergamo – da immaginare come un super ufficio postale dove si smista la posta che arriva in diversi centri della provincia – ferme accatastate ci sarebbero oltre 2.500 raccomandate.

Poste Italiane getta acqua sul fuoco. E rassicura. Nel commentare la denuncia della Cgil, l’azienda fa infatti sapere che i ritardi nella consegna della posta sono dovuti a un fatto ben preciso. Ovvero ad un invio massivo di lettere da parte di Regione Lombardia: invio che, combinato ai numerosi giorni di festa fra Pasqua e i successivi ponti, avrebbe rallentato significativamente il servizio nell’ultimo periodo. Secondo Poste la situazione dovrebbe tornare alla normalità entro metà della prossima settimana, mentre entro la fine del mese dovrebbero essere assunte 60 nuove persone a rinforzo dell’organico.

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